Quelli del “no closing Milan”: quanti gufi sono rimasti?
Diciamo la verità: non se ne può più di questo
Milan di bassissimo profilo sul mercato, che deve elemosinare un sì senza ottenerlo (vedi
Caceres), che può fare operazioni solo ed esclusivamente senza esborso di denaro. Per un tifoso rossonero medio si tratta di una bastonata tra capo e collo, situazione inaccettabile. La speranza, concreta, è che sia l'ultima sessione di mercato a questi livelli, il Milan ha abituato a ben altro. I giorni trascorrono, il closing si avvicina: il 3 marzo è dietro l'angolo, ma si attendono novità sostanziali nel giro di una settimana. Dopo la ventata di pessimismo, caratterizzata dagli amici degli amici che sono attaccati al vecchio autobus (magari per una notizia in più e alla larga da qualsiasi spirito polemico costruttivo), adesso siamo in una fase di stand-by. Quelli del "no closing Milan" si stanno diradando, quasi rassegnati a una svolta che invece dovrebbero auspicare per restituire il club a quell'autonomia necessaria per fare mercato e per tornare a sognare. Si stanno talmente diradando che abbiamo perso il conto: quanti gufi sono rimasti? Soprattutto: dove si trovano, dove sono localizzati, sempre ai soliti posti? In certe situazioni contano soltanto le firme e il nero su bianco, quindi prudenza sempre. I fatti più che le parole. Ma i fatti servono, eccome, per zittire gli ultimi gufi.