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Del Piero: “Per la Champions la Juve è in seconda fila. Ma non c’è nessuna maledizione”

17.09.2019 | 10:20

Alessandro Del Piero una Champions League da giocatore dell Juventus l’ha vinta, e da protagonista. L’ex capitano bianconero era infatti titolare nel tridente con Vialli e Ravanelli nella finale di Roma del 1996, quando ai rigori l’Ajax si dovette arrendere e per l’ultima volta finora la Vecchia Signora alzò al cielo la coppa dalle grandi orecchie. Alla vigilia della prima partita della fase a gironi della sua Juve, Del Piero ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport: “Ottimista per la Juve in Champions? Due finali nelle ultime cinque edizioni, una squadra esperta e competitiva, il giocatore che fa la differenza: Ronaldo. Non è una questione di essere ottimisti, è consapevolezza della forza di un’ottima squadra. E prima o poi arriverà quel momento… Per il ko contro l’Ajax la delusione è condivisibile, ma la parola fallimento nella stagione dell’ottavo scudetto di fila non mi piace. L’eliminazione contro l’Ajax certamente brucia ancora. Sarà una molla in più. Maledizione? La Juve ha giocato due partite mediocri contro una squadra che si è dimostrata più forte. Anzi, direi tre partite mediocri su quattro, contando anche l’andata contro l’Atletico. Se una squadra gioca meglio e ti batte, non è una maledizione: è lo sport. Nella fase a eliminazione diretta, la Juventus ha segnato cinque gol in quattro partite: li ha fatti tutti Ronaldo. Un dato significativo su quanto conti avere un giocatore così nei momenti decisivi. Cristiano non basta per vincere, ma non si può dire che non abbia fatto quello per cui è stato comprato. E farà ancora meglio in questa stagione. Fare i pronostici sulla Champions è dura, se sarà pazza ed esaltante come l’ultima. Dico Barcellona, City e ancora Liverpool davanti a tutte. La Juve è in seconda fila, ma solo per i risultati della scorsa stagione. In realtà la squadra è da pole. E attenti al Real Madrid che tornerà molto in alto. Dybala? La situazione è certamente più complessa di un anno fa, ma sono sicuro che Paulo possa ancora essere determinante. Il problema ora è che non dipende solo da lui, ma dalle occasioni che avrà. Quando arriverà il suo momento, non avrà prove d’appello. Serve grande solidità mentale, non deve perdere la fiducia in se stesso. Uno con quel talento non si può perdere. Sinceramente sono rimasto sorpreso dall’addio di Allegri, pensavo che sarebbe rimasto. Per quanto riguarda Sarri, è un allenatore da grande squadra, non mi stupisce che la Juve abbia puntato su di lui per un nuovo progetto, su basi completamente diverse dal passato. In campionato, oggi vedo l’Inter leggermente davanti al Napoli come anti-Juve e credo che i nerazzurri punteranno tutto sullo scudetto. Ci sono molte somiglianze tra loro e la prima Juve di Conte: certamente la determinazione, la voglia di vincere, l’impatto fortissimo sul gruppo dell’allenatore. Come accadde al primo anno a Torino. E poi c’è la grande voglia di riscatto“.

Foto: Marca