DELE ALLI ‘BOX TO BOX’, PRESENTE E FUTURO DA FENOMENO VERO

“Certo che può valere 60 milioni di euro,  perché no? Ha dimostrato di avere tanta qualità, difficile trovare un un ragazzo di 20 anni come lui. Non ci sono dubbi sul fatto che possa diventare uno dei migliori giocatori dei prossimi dieci anni, inglesi ma non solo”. Il virgolettato va attribuito a Mauricio Pochettino, storia della settimana scorsa, si parlava di Dele Alli e delle indiscrezioni concernenti la cifra che il Real Madrid sarebbe pronto a mettere sul piatto per portarlo al “Santiago Bernabeu”. Ebbene, probabilmente oggi qualcuno aggiornerà la quotazione: il formidabile centrocampista universale del Tottenham, di milioni, può valerne anche 65. In Europa, ovviamente, perché i cinesi che stanno involgarendo oltremodo il calciomercato ne scucirebbero anche 130, che problema ci sarebbe!



Si era capito, già da un po’, che sarebbe servito un fenomeno per arrestare la straordinaria corsa del Chelsea, ed ecco che ieri sera nel derby di Londra a fare la differenza è stato Alli con un pezzo forte del suo repertorio, il colpo di testa. Due gol quasi in fotocopia, per interrompere la striscia di 13 vittorie consecutive centrata dai Blues, entrambi su cross di Eriksen posizionato nei pressi del vertice destro dell’area di rigore. Una doppietta, la terza consecutiva in campionato dopo quelle siglate contro Southampton e Watford, che ha consentito agli Spurs di rilanciarsi in alta classifica (agganciato il Manchester City al terzo posto, a quota 42) e, soprattutto, di riaprire la Premier League, stabilizzando Diego Costa e compagni a 49 punti almeno per una giornata. Con le incornate di ieri lo specialista box to box è già arrivato in doppia cifra: 10 gol nella corrente edizione della massima serie inglese. Gli stessi messi a segno da chi l’attaccante lo fa per mestiere, ossia un certo Harry Kane. Più che altro, gli stessi messi a segno dallo stesso Dele in tutto il campionato scorso. Ed erano già tantissimi, per un ragazzo nato centrale di centrocampo - ruolo che tuttora gli capita di ricoprire - ma ben presto abituatosi a disimpegnarsi anche come mezzala, in un centrocampo a tre, o trequartista all’interno di un 4-2-3-1. Facendo mente locale, non si riesce ad individuare a livello mondiale un calciatore che, nel giro di appena un anno e mezzo, si sia reso protagonista di una crescita così esponenziale. Forse sarebbe meglio correggere un po’ il tiro: l’impatto di Dele Alli sul rettangolo di gioco risulta devastante come nella stagione 2014-15, peccato che ai tempi lo scenario fosse quello della League One (la terza serie d’Inghilterra) e la maglia quella del Milton Keynes Dons, la squadra della città che gli ha dato i natali, anche calcistici. E dire che in teoria lo scotto del grande salto (doppio in questo caso) dovrebbero pagarlo un po’ tutti, a maggior ragione se in tenera età. I predestinati, quelli con le stigmate dei campioni, però fanno eccezione e il nostro protagonista quotidiano appartiene senza ombra di dubbio a questa categoria. Malgrado le lunghe leve (188 centimetri di altezza per 76 chilogrammi), Bamidele Jermaine Alli riesce a coniugare alla perfezione visione di gioco, tecnica di prim’ordine, capacità balistiche, imperiosità nel gioco aereo, caparbietà in fase di interdizione e fiuto del gol, anche con esecuzioni potenti e precise dalla distanza. Qualità che da sempre hanno originato l’accostamento naturale al suo idolo indiscusso, per pubblica ammissione, Steven Gerrard, del quale avrebbe potuto raccogliere l’eredità (che rimpianto per il popolo di Anfield!) nel cuore del Liverpool se solo il Tottenham non fosse stato più rapido a trovare tutti gli accordi, con MK Dons e diretto interessato, per poi ufficializzarne l’acquisto il 3 febbraio del 2015, nelle battute finali della sessione invernale della campagna trasferimenti.

Dele, nato appunto a Milton Keynes, l’11 aprile del 1996 da padre nigeriano e madre inglese, concluse l’annata al Dons e salutò tutti a fine stagione, dopo la bellezza di 24 gol e 15 assist sfornati in 88 presenze. Un numero non stupefacente, considerato che l’esordio in prima squadra (dopo la trafila nelle giovanili seguita ad un breve passaggio nei City Colts) arrivò a soli 16 anni, il 2 novembre 2012, in occasione di un match di FA Cup contro il Cambridge. Venendo all’esperienza al Tottenham, come detto il gioiello Coys non ha sofferto di vertigini: l’esatto opposto. L’anno scorso Pochettino lo ha promosso subito titolare, venendo ripagato alla grandissima, e in questa stagione il suo rendimento è cresciuto ulteriormente: il ruolino complessivo attuale, con la maglia white del club del nord di Londra, parla di 21 reti e 15 assist in tutte le competizioni, Champions ed Europa League comprese. In Nazionale (sin qui 2 gol e 2 assist nelle 15 volte in cui è stato chiamato in causa) l’ascesa è stata altrettanto dirompente: tappe costantemente bruciate, dall’Under 17 all’Under 21, con la promozione nella maggiore rappresentativa dei Tre Leoni concretizzatasi nell’ottobre del 2015, quando l’ormai ex ct Roy Hodgson lo fece debuttare nella gara di qualificazione a Euro 2016 contro l’Estonia. La sensazione è che la carriera di Delle Alli, quando lascerà il Tottenham (che frattanto lo ha blindato fino al 2022), si svilupperà in una delle due squadre più importanti e ricche del mondo. Non serve la palla di vetro per dire che è un giocatore da Real Madrid o Barcellona, non di meno: non ce ne vogliano Bayern e altre big di Premier. Prima però il golden boy britannico proverà a rincorrere un sogno a breve-medio termine, quello di riportare il Tottenham sul tetto d’Inghilterra: non succede dal 1961 ma, Conte permettendo, questo organico - affidato alle sapienti cure di Pochettino - può avere nelle sue corde una simile impresa.



Jody Colletti

Foto: Twitter Tottenham