DELNERI, NOMADE DELLA PANCHINA E SALVAGENTE DELL’HELLAS
02.12.2015 | 11:01
Forse Andrea Mandorlini, mentre lasciava l’impianto del Matusa domenica pomeriggio, già sapeva che quella contro il Frosinone sarebbe stata l’ultima gara alla guida del suo Verona. Lui, che aveva condotto gli scaligeri dalla Lega Pro del 2010 alla serie A di due anni e mezzo fa. Un Paradiso che, mai come adesso, è a rischio: i 6 punti conquistati nelle prime 14 giornate sono una miseria, rapportati soprattutto al valore di una squadra che comunque ha patito tantissimo l’assenza di Luca Toni negli ultimi due mesi. Il cambio in panchina è stata la naturale conseguenza del ko per 3-2 in una gara che aveva tutti i contorni di un match salvezza. Contattato Corini, l’indecisione della dirigenza, 24 ore in più per scegliere un tecnico più esperto. Ed ecco la scelta finale: Gigi Delneri, il tecnico di Aquileia classe 1950 che in carriera si è già trovato ad allenare prima una e poi l’altra sponda della stessa città (vedi Sampdoria e Genoa) e che finalmente torna in pista dopo due anni di inattività e il biennio proprio con il Grifone. La sua voglia di imporsi sin da subito, ovviamente, si è palesata sin dalla conferenza stampa di presentazione: “Qui trovo una piazza ricca di passione e tradizione. A Verona trovo qualità nella rosa e vedo la possibilità di centrare la salvezza. Mandorlini paga i non risultati degli ultimi tempi, ma ciò non toglie nulla di quanto di ha fatto per il Verona. Faremo di tutto per mantenere la categoria. Servirà lavorare sulle motivazioni. Non stravolgerò il grande lavoro di Mandorlini. Partiremo dal 4-3-3 per poi modificare qualcosa.Voglio una squadra che sia propositiva e che se la giochi con tutti, anche con le grandi squadre. Toni e Pazzini possono coesistere. Ma l’Hellas ha anche altre buonissime individualità, come ad esempio Hallfredsson, Viviani, Sala e Siligardi”. Un discorso chiaro, pulito, deciso, di chi conosce le potenzialità della rosa che ha da poche ore tra le proprie mani, con tanto di precise indicazioni tattiche e valorizzazione dei singoli. Almeno fuori dal campo, l’esordio di Gigi è stato vincente. Domenica, però, sarà necessario smuovere la classifica. E l’avversario non è dei più semplici: l’Empoli di Giampaolo, candidato come il Verona alla salvezza ma che scoppia di salute dopo il pari contro la Fiorentina e il successo contro la Lazio. Conquistare la prima vittoria in campionato (l’Hellas è l’unica squadra a non aver ancora ottenuto bottino pieno nemmeno una volta) non sarà affatto una passeggiata.
Definire Gigi Delneri un nomade della panchina è tutt’altro che azzardato. Dal 1985, sua prima esperienza da allenatore con l’Opitergina, fino a oggi sono ben 20 le esperienze messe a referto. Porto, Roma e Juventus le occasioni più prestigiose ma non inseribili tra i ricordi più positivi in carriera. E quella parentesi, sempre a Verona, che mai potrà essere dimenticata. Quella del “miracolo Chievo“: arrivato terzo nella serie B 2000-2001, alla sua prima annata in A guida la classifica contro ogni pronostico nel girone d’andata per poi chiudere la stagione con un incredibile quinto posto e la possibilità di assaggiare l’atmosfera della Coppa Uefa. Era il Chievo dei Legrottaglie, Corini, Perrotta, Corradi, Marazzina, il Chievo del gioco spumeggiante e delle big puntualmente in difficoltà al Bentegodi. Caratteristiche che Gigi spera di far riaffiorare quasi per osmosi nella testa e tra i piedi di Toni e compagni. Già, perché quella che lo aspetta è un’impresa che al momento si prospetta ardua: a 24 giornate dalla fine del campionato, il Verona è a meno 8 dal Frosinone, che occupa la quart’ultima piazza, ha il peggior attacco del torneo (10 reti) e la seconda peggior difesa (24 gol incassati proprio come i laziali, rispetto ai 27 del Carpi). Toni, Pazzini, ma non solo: servirà ravvivare un gruppo che a tratti ha saputo stupire per intensità e qualità di gioco nelle ultime due stagioni. E chissà che con il salvagente Delneri non possa davvero arrivare la piena e definitiva scossa verso il traguardo salvezza che ad agosto, in quella consueta “griglia di partenza”, appariva quasi come un obiettivo facilmente alla portata dei gialloblù.
Foto: Sito del Verona