“Le voci sul Barça non mi interessano, voglio vincere a Dortmund” (Ousmane Dembelé, 29 luglio). “Barcellona club immenso, tutti vorrebbero giocarci” (Ousmane Dembelé, 4 agosto). Partiamo da questi due virgolettati per introdurre il nostro personaggio del giorno, che non poteva che essere il ventenne attaccante esterno francese, ufficializzato ieri dai blaugrana. Evidente la differenza dei contenuti, manca un passaggio per motivare - ove ancora ve ne fosse bisogno - l’inversione di rotta consumatasi in una settimana scarsa: il 3 agosto il Paris Saint-Germain aveva finalmente ufficializzato l’acquisto di Neymar. Da quel momento il profilo di Ousmane, che da tempo veniva già accostato ai catalani, è entrato ancor più prepotentemente in orbita Barça. Il suo e quello di Coutinho. La prima società a cedere, si fa per dire, è stata il Borussia Dortmund, adesso vedremo se il club culé insisterà anche per il brasiliano ex Inter con il Liverpool, sulla scorta del possibile cambio di modulo da parte di un Valverde che potrebbe passare dal 4-3-3 al 4-2-3-1 già adoperato a Bilbao. In caso contrario, considerata la presenza in rossa di Messi, Suarez, Deulofeu e Alcacer, oltre giustappunto Dembelé, avrebbe poco senso un altro mega investimento per il reparto avanzato. “Si fa per dire” perché il BVB, dalla cessione del talentuosissimo gioiello francese, per il quale la scorsa estate aveva versato appena 15 milioni più bonus nelle casse del Rennes, ha incassato 105 milioni di euro di base fissa più altri 40-45 a titolo di bonus, per una valutazione complessiva che dunque - compresa la parte variabile - può avvicinarsi alla stratosferica cifra di 150 milioni. Uno sproposito? Sì, ma inevitabile: dopo la strepitosa cassa da 222 milioni centrata per Neymar, chiunque abbia trattato con il Barcellona ha giocato al rialzo fino allo spasimo, prendendo di fatto “per il collo” l’interlocutore bisognoso di trovare un sostituto del fuoriclasse verdeoro. E sorvoliamo su quanto accaduto in queste tre settimane, compresa la…scomparsa di Ousmane che il 10 agosto aveva fatto perdere le sue tracce, mandando su tutte le furie Zorc e Watzke, con allegata multa. Già, questa è stata l’estate dei ribelli, anche di quelli dal certificato facile, in un calcio in cui i contratti contano sempre meno e la volontà dei giocatori è divenuta sempre più preponderante.
Ousmane nasce a Vernon, in Alta Normandia, il 15 maggio del 1997 e cresce nella vicina città di Evreux, dove si accosta al mondo del calcio grazie alle due squadre locali, ALM e FC, per poi approdare nel 2010 nel settore giovanile del Rennes, con cui completa la trafila fino all’esordio in prima squadra, datato 6 novembre 2015 in occasione della sfida di Ligue 1 contro l’Angers. Da lì in poi Ousmane non si ferma più, chiude la sua prima stagione da professionista con 12 reti e 5 assist in 26 partite. Giocate su giocate, dribbling nello stretto, accelerazioni e gol che gli consentono di meritarsi la chiamata del Borussia. E al cospetto del mitico muro giallo del Westfalenstadion, o Signal Iduna Park che dir si voglia, Dembelé si conferma alla grandissima: 10 reti e ben 21 assist nelle 49 (!) presenze accumulate nelle varie competizioni, inclusa la Coppa di Germania collocata in bacheca agli ordini dell’ormai ex Tuchel. Fisico agile e scattante (178 cm per 67 kg), Ousmane può partire largo sia da sinistra che da destra, per poi accentrarsi, essendo sostanzialmente ambidestro anche se con una leggera preferenza per il mancino. Imprevedibile tra le linee, maestro nell’ultimo passaggio, il rampante crack del calcio francese (beato Deschamps a poter disporre sia di lui che di Mbappé, senza dimenticare Griezmann) prima mandava in porta Aubameyang, adesso supporterà Suarez dialogando con Re Leo. Il Camp Nou lo aspetta, con la maglia numero 11 che fu di Neymar sulle spalle. E con vista sul Mondiale di Russia: le 7 presenze attuali in Nazionale maggiore, naturale approdo dopo l’escalation dall’Under 17 all’Under 21, sono destinate a crescere a suon di multipli negli anni a venire. Ousmane Dembelé, qualità sopraffina per l’esigente platea barcelonista.
Foto: Twitter Barcellona