Il Napoli è alla ricerca di un vice Cavani e, per farlo, ha speso milioni di euro per Vargas. Esperimento fallito. L’Udinese vorrebbe far rifiatare ogni tanto Di Natale, ma i vari sostituti per ora non sono all’altezza. Chi ride di tutto questo è l’Atalanta che ha soffiato ad entrambe German Denis, ritenuto non all’altezza della situazione. Bergamo l’ha coccolato ed ha aspettato che esplodesse e i suoi gol, lo scorso anno, hanno garantito una salvezza tranquilla. La stessa cosa sta accedendo in questa stagione con l’Atalanta che viaggia al sesto posto in classifica a 18 punti (20 senza la penalizzazione).
La storia calcistica di Denis comincia nel 1997 nella piccola squadretta del Talleres de Remedios de Escalada, nella terza serie argentina. Dopo 25 reti in 33 partite, il passaggio (poco felice) al Quilmes dove El Tanque (questo il suo soprannome) gioca soltanto quattro partite. Troppo poche per lui (e per chiunque altro). Meglio quindi migrare altrove, per la precisione al Los Andres dove l’attaccante riprende il feeling col gol gonfiando la rete in 18 occasioni. Le sue prodezze però non bastano a salvare la sua squadra che retrocede nella serie B argentina. Per Denis però si aprono le porte del grande calcio: il Cesena lo fa esordire in Italia, ma la sua prima esperienza sarà tutt’altro che positiva visto che in Romagna le reti saranno soltanto tre.
Denis non ci sta e decide di tornare nella sua patria: con le maglie di Arsenal Sarandi, Colon ed Indipendiente si ritrova e iniziano ad arrivare le grandi offerte dall’Europa. Lui accetta quella del Napoli e ci mette poco ad entrare nei cuori dei tifosi partenopei per l’impegno che mette ad ogni partita. Tuttavia in Campania hanno troppa fame e vogliono tornare grandi subito. Denis si sente messo in discussione per via del suo poco feeling con la rete (13 in 68 apparizioni) e migra a Udine. In Friuli viene usato spesso partendo dalla panchina però si toglie una bella soddisfazione quando segna proprio al San Paolo il gol vittoria. Per rispetto non esulta, ma dentro di sé qualche urlo sarà partito di sicuro.
Nel 2011 la scelta che svolterà la sua carriera: il passaggio all’Atalanta. Colantuono lo accudisce come un padre e gli cuce addosso una maglia da titolare che nessuno riuscirà a strappargli. Beniamino assoluto, grazie alla rinascita bergamasca riconquista anche la maglia della sua nazionale. De Laurentiis e Pozzo: siete liberi di mangiarvi le mani.