DESSENA, DALL’INFERNO AL PARADISO CON IL BRESCIA NEL DESTINO
La ruota gira sempre, nel calcio così come nella vita. Per maggiori informazioni chiedere a
Daniele Dessena. Ieri è stata la sua giornata, con
il Brescia che ha conquistato la promozione aritmetica in Serie A battendo 1-0 l’Ascoli. E la rete decisiva, che riporta le
Rondinelle nel massimo campionato italiano dopo ben 8 anni di purgatorio, porta proprio la firma di
Dessena. Tutti, o quasi, aspettavano un guizzo di Donnarumma, Torregrossa o magari Tonali e Bisoli. E invece l’uomo che ha griffato la promozione in A del Brescia è il classico
outsider che non ti aspetti. Un giocatore caro al presidente
Massimo Cellino e al direttore sportivo
Francesco Marroccu che già lo avevano avuto con loro a
Cagliari e che a gennaio lo hanno voluto portare in Lombardia per dare quel qualcosa in più in termini di grinta ed esperienza a una squadra che ambiva al salto di categoria sotto l'ottima guida di
Eugenio Corini. E Dessena ha ripagato la fiducia con un gol pesantissimo, da favola, realizzato nello stadio che fino a ieri evocava brutti ricordi all'ex capitano rossoblù. Proprio al "Rigamonti", infatti, nel novembre 2015
Dessena uscì in lacrime dopo la frattura di tibia e perone della gamba destra che aveva fatto temere per la sua carriera. Un calvario, il lunghissimo recupero e poi il tanto agognato ritorno in campo, il ritorno alla normalità, o quasi. Ora quello stadio evocherà anche la gioia della promozione firmata dal suo primo gol con la maglia delle Rondinelle, un segno del destino che sembra abbia voluto restituirgli indietro qualcosa e cancellare - almeno in parte - uno dei peggiori momenti della sua lunga carriera. Ieri è stato dunque il giorno del
Brescia, ma soprattutto di
Daniele Dessena. Il centrocampista, dopo il brutto e grave infortunio, è tornato finalmente protagonista. Ha fatto di tutto per recuperare, per tornare in campo, anche se è evidente che da allora non è più stato lo stesso. Quella doppietta al Palermo in maglia rossoblù, alla sua prima partita da titolare dopo l’operazione, aveva strappato un sorriso a tanti amanti del pallone.
Dessena era tornato, era tornato a modo suo. Poi, però, nel suo
Cagliari piano piano ha perso il posto, il suo minutaggio e le sue presenze si sono sempre più ridotte. L’anno scorso 566′ in appena 17 gare. In questa stagione è arrivato 344′ in 11 partite.
Maran ha provato a farlo sentire di nuovo importante e anche il suo rendimento è salito di livello rispetto ad un anno fa. Ma non basta: a gennaio arriva la chiamata del
Brescia, club ambizioso e che sogna in grande.
Dessena accetta, fa le valigie e saluta la Sardegna dopo quasi 10 anni. A
Cagliari era arrivato da giovane centrocampista promettente, in prestito dalla
Sampdoria nel 2009, a 22 anni. Gli è bastata una stagione per innamorarsi di quella terra e di quei colori che gli scorrevano nel sangue, con il nonno paterno originario di Benetutti. E non a caso si è reso disponibile fin da subito quando di recente è nata la Nazionale sarda. Una stagione e mezzo dopo con la Samp, Dessena torna a
Cagliari a dicembre 2011, stavolta per restarci, diventando successivamente anche capitano dopo il ritiro di Daniele Conti e i saluti di Cossu e Pisano. La retrocessione in B, l'immediata risalita in A, poi la chiamata di
Cellino, il presidente che l’aveva portato a Cagliari nel 2009 e nuovamente nel 2011, è stata troppo forte per dire no.
Dessena si è rimesso in gioco con grande professionalità e il campo (sempre quello del "Rigamonti"), dopo avergli fatto assaggiare l'amaro sapore del dolore, gli ha regalato la meritata soddisfazione. Perché la ruota gira sempre:
Dessena dall'inferno al Paradiso, con il
Brescia nel destino...
Foto: Twitter ufficiale Brescia