Diamanti: “Bologna? Bella storia d’amore. Tornai in Italia per la Nazionale, Lippi non riteneva idonea la Premier League”

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Intervistato da Radio Nettuno Bologna Uno, il neo Campione d'Australia, Alessandro Diamanti ha rilasciato copiose dichiarazioni. Ecco un estratto: "La Premier League? Fu un'esperienza diversa, il campionato inglese non era quello di adesso. Il calcio era molto più fisico, non ci si fermava mai, c'erano tanti allenatori inglesi e nelle prime 10/12 partite ho faticato molto perché nonostante stessi bene fisicamente non avevo capito il tipo di calcio. Col passare del tempo mi sono ambientato, ho capito come muovermi in campo e sono riuscito a fare uscire le mie qualità concludendo un'annata pazzesca con 10 gol in attivo, da centrocampista. Il Brescia? Dal punto di vista personale fu un anno importantissimo, ma la squadra non era pronta per la serie A, anche se ai giorni d'oggi con quella squadra ci saremmo salvati tranquillamente. Io tornai in Italia per raggiungere il sogno della Nazionale e visto il risultato fu un'annata davvero significativa per me. Bologna? Tutti sanno quanto sono legata a Bologna, è la città dove vivo in Italia e quelle sono state le annate più importanti della mia carriera. Quando Bisoli mi chiamò, nonostante le richieste di altre squadre decisi subito per Bologna... C'ero stato vicino anche in precedenza e credo fosse un segno del destino. È stata una bella storia d'amore.  La Cina? Le persone parlano della Cina e degli altri campionato da ignoranti, per lo meno la maggior parte. Il calcio di adesso è molto meno tecnico e molto più fisico, e al giorno d'oggi se non stai bene fisicamente non puoi giocare né in Cina né in Italia. Io quell'anno li sono stato fortunato perché Prandelli non mi chiamò al Mondiale ma secondo me fu una scusa. Ora per fortuna questa teoria del campionato estero è un po' cambiata ma ricordo che quando venni via dalla Premier League lo feci per tornare in Italia e raggiungere la Nazionale perché l'allora ct Lippi non riteneva il campionato inglese idoneo al giocare in Nazionale. Io non voglio lasciare nessun messaggio. Ho fatto la mia professione in maniera abbastanza singolare: ho sempre sfidato tutte le persone negative, ho sempre odiato quelli che si lamentavano, ho sempre pensato con la mia testa e fatto tutto con grande passione. In una carriera di 23 anni qualcosa sbagli, qualcosa non eri pronto a farla... Ma questi sono errori che fanno parte di una percorso e io ai miei ragazzi cerco di insegnare che cos'è davvero giocare a calcio, i veri valori che ti porti dietro tutti i giorni come passione e rispetto". Foto: Twitter Western United