Diamanti: “Vorrei giocare per il Bologna di Mihajlovic. Balotelli dovrà fare la differenza per il Brescia”
12.09.2019 | 11:15
In estate, dopo essersi svincolato, Alessandro Diamanti ha lasciato l’Italia per trasferirsi in Australia e firmare per il Western United. Nella settimana che porta alla sfida tra Brescia e Bologna, due delle squadre nelle quali ha militato in carriera, il trequartista ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport: “In Australia sto come fossi un principe, ma non fraintendete, qua si lavora più che in Italia. A Livorno non ero un re per tutti, lo ero per la città. Credimi, lo dico con grandissima serenità. Breda ha fatto le sue scelte, ritenendo che la squadra potesse crescere di più e sapesse prendersi maggiori responsabilità senza di me. Poi in fondo è vero, quando hai Alino finisci per dargli sempre la palla, con la speranza che possa costruirti qualcosa. Per quale motivo a 36 anni devo vivere ancora di sofferenze nel calcio? Negli ultimi anni non puoi immaginare quante notti ho passato in bianco per pensare che potevamo retrocedere, che se non vincevamo quella partita saremmo andati giù. Basta, a me non spaventa né lavorare né correre, ma questo tipo di pressioni, Alino qui e Alino qua, no, non fanno più per me. Brescia-Bologna la giocherei con il Bologna, ci sono molto più legato. Anche se a Brescia sono stato bene. Ho capito la scelta di Balotelli, ma sappia che dovrà dare sempre il doppio, perché le aspettative su di lui sono grandissime e dopo l’infatuazione dei primi momenti Brescia gli chiederà di fare la differenza per poter sperare nella salvezza. Non ho parole per sottolineare la grandezza di Mihajlovic, la bellezza dei suoi pensieri e dell’esempio che ha dato a tutti noi. Io vorrei essere un giocatore del Bologna, e invidio tutti loro per questo, per potergli dare tutto me stesso ogni giorno negli allenamenti e la domenica in partita, perché una persona come Sinisa merita l’amore e la riconoscenza del mondo. E con un paio di rinforzi mirati, il Bologna sarebbe diventato l’Atalanta di oggi. Lo scudetto lo vincerà ancora la Juve con dieci punti di vantaggio. Nonostante Conte e Ancelotti, la Juve resta la più forte. In pratica, è come se avesse due squadre mentre Inter e Napoli ne hanno una. Quando ero al Palermo mi chiamò Rocco Commisso, voleva portarmi ai Cosmos. Andai a New York e parlai con Joe Barone. Ricordo che Commisso ebbe un impegno improvviso e il nostro incontro saltò“.
Foto: twitter Western United