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Diawara: “Mio papà non voleva che giocassi a calcio, una volta mi prese a sberle. Ora…”

23.04.2020 | 19:25

Lunga intervista ad Amadou Diawara. Il centrocampista ivoriano della Roma si è raccontato ai microfoni del sito ufficiale del club giallorosso: “Fonseca? È un grandissimo allenatore, un po’ simile a Sarri, vuole sempre uscire palla al piede sfruttando il gioco dei centrocampisti, questo mi piace tantissimo. Questa nuova avventura è un nuovo step della mia carriera, devo superarlo. Questa estate, dopo la Coppa d’Africa, sono tornato prima dalle vacanze per conoscere prima il Mister e i compagni, non vedevo l’ora di partire con la stagione. L’isolamento? Sicuramente non è un periodo buono per nessuno. Sto cercando in tutti i modi di stare sereno restando a casa, anche allenandomi con il programma che la Società ci fornisce. Sto cercando di viverla con serenità. Guardo tanti film e gioco alla Playstation, a FIFA, online con i miei amici e con i compagni della Nazionale. La mia condizione fisica? Sto bene, mi sto allenando tutti i giorni. Mandano ogni settimana il programma di lavoro da fare a casa e lo sto seguendo perfettamente, sto bene. L’infanzia in Africa? Mio padre non voleva giocassi a calcio, la prima volta che gli ho detto che avrei voluto fare il calciatore ho preso delle sberle che ancora ricordo bene. Mia sorella Sira mi aiutava, mi comprava le scarpe e le nascondeva per non farle vedere a mio padre che altrimenti le avrebbe regalate a qualche altro bambino pur di non farmi giocare. Ora è felice per me. Poi ho realizzato i miei sogni, ho anche lasciato il mio ex agente che diceva che non ce l’avrei fatta”.

Foto: Twitter ufficiale Roma