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DIAWARA, DALLA PARROCCHIA GUINEANA ALL’ESTASI DEL SAN PAOLO PER IL SOGNO NAPOLI

09.04.2018 | 09:30

Ogni squadra ha le sue partite da tramandare ai posteri, da consegnare agli annali con una copertina aurea. Ieri pomeriggio, poco prima delle 17.00, Amadou Diawara ha costretto i giornalisti d’Italia a modificare, in fretta e furia, i loro pezzi su Napoli-Chievo. Erano già pronti i titoli sul “campionato chiuso”, perché la sostanza sarebbe stata questa se gli azzurri fossero scivolati a meno 6 dalla Juve, a sette giornate dalla fine, con lo scontro diretto da disputare in trasferta avendo già perso il primo in casa. Invece, quel destro a giro che l’ottimo Sorrentino ha potuto soltanto sfiorare ha fatto venir giù il San Paolo, letteralmente impazzito di gioia, dopo aver salutato 4 minuti prima il gol dell’uomo più atteso, Arek Milik, che con la sua inzuccata ha avviato la remuntada contro i clivensi. Vedremo se questi 3 punti saranno serviti, quasi come un segno del destino, a riscrivere le sorti dell’unico campionato europeo davvero avvincente, combattuto e dall’esito incerto. Per il momento ha sicuramente tenuto in piedi il castello tricolore di Sarri. ”Non avevo mai immaginato il mio primo gol in Serie A così, ma io ho molta fiducia in me stesso e ho calciato. Tutti mi hanno fatto i complimenti. Se offrirò una cena alla squadra? Facciamo che porterò una torta nello spogliatoio. Scudetto? E’ ancora lunga, bisogna sempre vincere fino alla fine. Dedico questa rete a mia madre, che è morta un anno prima che io venissi in Italia”. Con queste parole, inclusa la meravigliosa dedica alla madre defunta, il ventenne centrocampista guineano ha salutato il suo primo acuto nel nostro massimo campionato, il secondo in assoluto da quando è in Italia dopo quello – ininfluente – realizzato a Manchester contro il City nella fase a gironi della corrente edizione della Champions. In questa seconda stagione in maglia Napoli, Amadou sin qui aveva fatto meno bene rispetto alla scorsa, quando in Serie A aveva messo a referto oltre 1000 minuti, frutto di 18 presenze, 10 delle quali dal primo minuto. Quella di ieri è stata invece appena la quarta partita da titolare he Sarri ha concesso dal primo minuto al rampante classe 1997, che ha avuto molta più continuità di impiego nelle Coppe europee. In totale sin qui sono 54 le gare ufficiali disputate con la casacca azzurra da un centrale di centrocampo che Sarri sceglie quando ha bisogno più di fisicità che di geometrie, garantite dal play Jorginho, cervello indiscusso della manovra partenopea. Ieri l’italo-brasiliano era squalificato e Diawara ha sfruttato la chance nel modo migliore. Procedendo a ritroso, per sintetizzare le altre tappe della sua freschissima carriera, come ricorderete prima di trasferirsi all’ombra del San Paolo il 26 agosto del 2016 per 14,5 milioni di euro, all’esito di un’estate tribolatissima iniziata con la mancata presentazione in ritiro, Amadou si era imposto all’attenzione generale difendendo i colori del Bologna nell’annata 2015-16, conclusa con 34 presenze in campionato, 31 da titolare. Prestazioni positive in serie, movenze e personalità da predestinato, buon tocco di palla e grandissime capacità atletiche, esaltate dai 183 cm di muscoli distribuiti su 75 kg di peso. Repertorio di prim’ordine per un ragazzo che fino all’anno precedente giocava in una parrocchia a Conakry, la capitale della Guinea che gli diede i natali il 17 luglio del 1997, senza mai essere passato da un settore giovanile di una società di calcio. Bravissimo fu il direttore felsineo dei tempi (quel Pantaleo Corvino che oggi sta rifacendo le fortune della Fiorentina) a chiudere l’operazione Diawara nella primavera del 2015; all’epoca il 17enne Amadou giocava in Lega Pro, nel San Marino, ma Corvino lo conosceva già per averlo testato in precedenza nella sua Academy a Lecce, garantendosi così una corsia preferenziale. Di recente il suo agente ha spento i rumors che lo avevano accostato al Tottenham di Pochettino, esplicitando inoltre l’assenza di qualsivoglia clausola rescissoria nel contratto del suo assistito, valido attualmente fino al 2021. L’exploit di ieri potrà sicuramente dare nuova linfa al nostro personaggio del giorno, in vista della miglior prosecuzione possibile della sua avventura nella città della pizza. L’obiettivo a breve termine di Diawara lo conosciamo tutti: domenica l’armata azzurra farà tappa a San Siro, la trasferta contro il Milan potrebbe rivelarsi meno ostica del previsto posto che Gattuso, oltre a dover fare certamente a meno dello squalificato Bonucci, potrebbe essere costretto a rinunciare anche a Romagnoli, infortunatosi contro il Sassuolo. Superfluo evidenziare l’importanza della coppia centrale titolare per il canovaccio di Ringhio. Il sogno Napoli continua e Diawara, dopo essersi iscritto alla cooperativa del gol targata Sarri, è pronto a sfruttare le altre chance che il tecnico vorrà concedergli.

Foto: Twitter Napoli