Dominguez: “Questo Bologna è da Europa. Il mio idolo? Neymar, ma mi ispiro a Ortega”
20.12.2024 | 12:44
Il talento argentino del Bologna Benjamin Dominguez si è raccontato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport, partendo dal suo passato al Gimnasia e arrivando al suo presente sotto le Due Torri.
L’aneddoto su Maradona: “Un giorno finisco l’allenamento e mi decido. Vado a conoscerlo. Purtroppo lo manco per poco: era già andato via. Poi scoppiò la pandemia e non ho mai più avuto la possibilità di conoscerlo. L’ho solo visto da lontano, che dispiacere.” Prosegue: “Se ci fossi riuscito gli avrei detto ‘Piacere, mi chiamo Benjamin Dominguez, sono nelle giovanili del Gimnasia e tu sei Dio’ e avrei avuto la pelle d’oca. Il giorno in cui è arrivata la notizia della sua morte io e i miei fratelli abbiamo pianto tantissimo.”
Il suo modo di giocare: “Perché dovrei avere paura? Non so che cosa sia. Faccio quello che avrei voluto fare da quando sono nato. O calcio o niente, me lo sono sempre detto. E in una squadra forte. Me lo ha detto anche Lollo De Silvestri una volta: la gente dice che sei forte. E io ho solo un obiettivo: ricambiare l’affetto giocando bene.”
Purtroppo il suo debutto con la maglia del Bologna (contro il Genoa) è stato segnato da un gol annullato: “Fu un bel gol, davvero. Ma prima la colpii con la mano. Quel giorno mi è stata data l’opportunità di giocare da titolare e credo di averla sfruttata, anche se poi avrei dovuto fare meglio.” In questo Italiano lo aiutò, sottolineando la sua fiducia nei confronti del ragazzo: “Quando non mi faceva mai giocare mi disse ‘Never give up’ mi raccomando, non mollare mai.”
Sui sogni europei col Bologna: “Siamo un gruppo forte e unito, ci divertiamo in campo e giochiamo sempre con la voglia di vincere. Vogliamo tornare in Europa l’anno prossimo, Champions o altro. Tra cinque anni mi vedo nel Bologna in Champions o in una coppa: rispondo quasi come Santi. E magari con qualche presenza con l’Argentina, un sogno”.
Sul suo soprannome “Nene” racconta: “Sono ‘El Nene’, piccolino, per il viso da bambino, d’angelo. Ma se mi chiamano Benji mi piace di più. Idolo? Neymar. Ma l’ispirazione l’ho sempre cercata in Ariel Ortega, El Burrito. Se ho qualcosa di lui? Altezza e forse qualche colpo, ma lui è un idolo, niente paragoni. Quando ero in Argentina guardavo in tv il Napoli e Mertens, che è per me ispirazione.”
Il rapporto con Castro: “Avevamo giocato contro. Avevo vinto io. Quando ha saputo che il Bologna mi cercava mi ha chiamato. Poi, una sera abbiamo cenato a casa sua con l’asado. Mi aiuta e mi dà consigli.”
Foto: Instagram Bologna