DONNARUMMA AL POTERE

Ci sono storie, nel mondo del calcio, che superano i confini del business, del denaro e di uno sport vissuto sempre di più come un’azienda. Storie che riportano alla memoria un calcio fatto soltanto di sentimenti, di emozioni forti, di metafora della vita stessa. Storie come quelle di Gianluigi Donnarumma da Castellammare di Stabia, nuova e freschissima leva del pallone azzurro, lanciato nel gran mischione della serie A alla candida età di 16 anni. Ieri pomeriggio, contro il Sassuolo, nell’arena di San Siro, dove in passato sono tremate le gambe anche ai più grandi, un portierino minorenne ha assaggiato per la prima volta l’emozione di giocare nella massima serie. Dal primo minuto. Una gara vera, non un’amichevole. Eppure, a Gianluigi le gambe non sono tremate affatto. Perché è un predestinato. Sarà per quel nome che porta subito alla memoria un altro portiere (ben più famoso di Donnarumma) che ha fatto e sta facendo la storia del calcio italiano e mondiale. Battute a parte, sarà perché esordire in serie A a 16 anni è un lusso che capita veramente a pochi eletti. A chi, come Donnarumma, come lo stesso Buffon, o come Scuffet, sono destinati gioco forza ad entrare nel novero dei grandi. Chi prima, chi dopo. Chi con più, chi con meno talento. Ripercorrere la carriera di un ragazzo nato nel 1999 non è certo fattibile. Ci sono pochi, pochissimi ricordi e altrettante poche date da ricordare, perché la storia di Donnarumma è ancora tutta da scrivere. Si può dire soltanto che il passaggio dal Club Napoli alle giovanili del Milan (nel 2013) è la dimostrazione tangibile di quanto questo ragazzo possa davvero rappresentare il futuro del nostro calcio in un ruolo delicato come quello del portiere. Sinisa Mihajlovic, alla vigilia della sfida contro il Sassuolo che valeva tanto per il futuro suo e del Milan, gli ha dato fiducia incondizionata, prendendosi la delicata responsabilità di lasciare fuori un mostro sacro di esperienza come Diego Lopez. Ma l’ha fatto senza paura, affidando le chiavi della difesa ad un ragazzo che, seppur in un’inutile amichevole estiva, era stato in grado di parare un rigore a Toni Kroos. Non un ragazzino degli Allievi o della Primavera. Certo, era solo un’amichevole, direte voi. Una partita che non regalava trofei o menzioni particolari. Ma pensate cosa può passare nella testa di un 16enne che si trova di fronte un campione del Real Madrid: di tutto e di più. Donnarumma passò quell’esame alla grande, poi altri minuti in altre amichevoli, la fiducia nell’ultimo Trofeo Berlusconi, fino ad arrivare all’esordio di ieri pomeriggio, che Gianluigi ricorderà per tutta la vita. Un predestinato, si diceva. Pensate solo che, una volta approdato nel settore giovanile rossonero, ha bruciato tutte le tappe: convocato sempre sotto età, dai Giovanissimi, passando per gli Allievi, fino alla Primavera. La scorsa stagione, Pippo Inzaghi lo portò con sé nella partita contro l’Atalanta, come terzo portiere. Anche quest’anno, nelle gerarchie di Mihajlovic, era partito alle spalle di Diego Lopez e Abbiati. Le ha scalzate in una sola domenica. E chi se ne importa del gol di Berardi: una punizione ben disegnata sulla quale però pesa una sua indecisione. Si dice spesso che in Italia si dà poca fiducia ai giovani. Ebbene, Mihajlovic ha sovvertito questa stucchevole e ormai fastidiosa polemica. E che non si parli più di sorpresa o di coraggio nel provare la linea verde. Gianluigi Donnarumma è il futuro. Ma se il talento c’è (e si vede), lo si trasformi immediatamente anche nel presente. "Donnarumma sarà il futuro del Milan e dell'Italia", parole e musica di Diego Lopez, il suo leader in rossonero. La benedizione c'è. Gianluigi, ora tocca solo a te prendere il potere. 



 

Foto: Daily Star