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D’Onofrio, promosso dall’AIA quando era ai domiciliari. E sono ancora tutti lì: viva la magica Italia

14.11.2022 | 18:35

Il discorso è semplice e deve essere anche breve. Semplicemente perché le parole, in situazioni del genere, contano zero. Rosario D’Onofrio era diventato procuratore capo dell’AIA (Associazione Italiana Arbitri) malgrado fosse ai domiciliari perché trovato in possesso – nel maggio del 2020 – di oltre 40 chili di marijuana. In sostanza hanno nominato un tizio per un ruolo strategicamente fondamentale ignorando chi fosse, cosa avesse fatto, senza che passasse per l’anticamera del cervello di controllare la sua fedina penale. Oggi, lunedì 14 novembre 2022, sono ancora tutti lì, al loro posto, come se nulla fosse avvenuto. Al massimo una riunione convocata dal presidente Gravina, quando sarebbe stato necessario un intervento rapido, immediato, ben oltre le sue competenze. Viva la magica Italia.

Foto: D’Onofrio