“L’esperienza alla Dinamo Kiev per me è stata davvero importante, basti pensare che mi ha consentito di approdare in un top club della Bundesliga, uno dei migliori campionati del mondo. Sono davvero entusiasta, oltretutto questo trasferimento mi permetterà di giocare la Champions League e di ritrovare i miei compagni di Nazionale Julian Baumgartlinger e Ramazan Özcan, tutto ciò è fantastico”: queste le prime dichiarazioni rilasciate, al sito ufficiale del club, da Aleksandar Dragovic quale nuovo giocatore del Bayer Leverkusen. Una trattativa estenuante, quella tra le Aspirine e la Dinamo Kiev, e conclusasi ieri dopo un tira e molla lungo due mesi e mezzo. La stampa tedesca aveva infatti già dato per fatta l’operazione lo scorso 8 giugno, peccato che ai tempi la società teutonica, facente capo al celebre colosso farmaceutico, avesse raggiunto soltanto l’accordo con il difensore, ma non la Dinamo, oste complicatissimo con cui fare i conti: valga da memorandum per il Torino, che avrebbe individuato nel croato Vida (l’altro centrale della compagine di Kiev), l’erede di Maksimovic in seno al reparto arretrato. Ad ogni modo, tra dichiarazioni di facciata, smentite e mezze ammissioni (del ds Rudi Voeller in primis), i due club alla fine della fiera hanno trovato la quadratura sulla base di circa 18 milioni di euro (secondo l'autorevole Bild), per quello che è il terzo acquisto austriaco del Leverkusen in questa sessione di mercato (gli altri due sono Baumgartlinger e Özcan, citati nel virgolettato e prelevati rispettivamente da Mainz e Ingolstadt), al di là del fiore all’occhiello Kevin Volland, attaccante già nel giro della Nazionale maggiore della Germania. Per Dragovic l’upgrade si è concretizzato nel momento giusto: la svolta ideale per archiviare il clamoroso flop di Euro 2016, competizione alla quale l’Austria era arrivata da outsider (dopo aver stravinto il proprio girone di qualificazione) senza sapere che avrebbe riposto immediatamente le velleità nel cassetto, da ultima in un girone peraltro non irresistibile. Con Ungheria, Islanda e Portogallo, poi laureatosi addirittura campione, a precederla in classifica. Soprattutto con Dragovic protagonista in negativo: espulsione contro i magiari ed errore dal dischetto contro i nordici.
Dopo Austria, Svizzera e Ucraina, ecco la Germania: il nostro personaggio del giorno si misurerà quindi nel quarto campionato diverso, dopo aver più volte sfiorato in passato quello italiano (Inter e Napoli i sodalizi che negli anni scorsi ci avevano pensato in maniera più concreta). Adesso ripercorriamo in sintesi le tappe più significative del prestante specialista 25enne. Aleksandar nasce a Vienna, il 6 marzo 1991, e cresce calcisticamente in uno dei club principali della Capitale, l’Austria Vienna, con cui percorre tutta la trafila delle giovanili fino all’esordio in prima squadra datato 13 Luglio 2008, a poco più di 17 anni, in occasione della sfida contro il Kapfenberg. A fine stagione gli viene assegnato il premio Young Star, destinato al miglior giovane del massimo campionato locale. Il 31 gennaio del 2011 saluta, dopo 93 presenze, 1 gol e una Coppa nazionale in bacheca, quella che era sempre stata la sua casa per trasferirsi al Basilea, che lo mette sotto contratto versando appena 1 milione di euro per il cartellino, in ragione dell’imminente scadenza contrattuale. Positivissimi i due anni e mezzo in terra elvetica: palmarès rimpinguato con tre Super League e 1 Coppa di Svizzera, soprattutto prestazioni costantemente sopra la media offerte nelle 112 partite disputate, impreziosite da 5 reti. Nel 2013 tanti importanti club europei gli mettono gli occhi addosso, ma a spuntarla è la Dinamo Kiev che scuce 9 milioni e gli fa sottoscrivere un quinquennale. Nella squadra che fu di Sheva e Lobanovski Dragovic si conferma interprete roccioso, forte di una struttura fisica solida (186 cm per 80 kg), ma al contempo pulito negli interventi e preciso nelle chiusure. A livello di squadra arrivano altri 2 “scudetti” e 2 Coppe d’Ucraina, 145 le presenze a referto, 2 i gol realizzati. Per la definitiva consacrazione Aleksandar dovrà superare l’esame Bundesliga, con una maglia pesante indosso peraltro, ma le 49 apparizioni in Nazionale maggiore (con 1 gol segnato) sin qui accumulate gli torneranno senz’altro utili sotto il profilo dell’esperienza. Starà a lui dimostrare di essere all’altezza, ma Dragovic ha tutte le carte in regola per imporsi anche al cospetto di avversari più difficili da marcare, da Lewandowski e Aubameyang in giù. E il Bayer Leverkusen lo sa bene, avendo investito 18 milioni per una nuova...aspirina.
Foto: Twitter Bayer Leverkusen