Dzeko 7 su 8: no, non era certo il brocco della Capitale
Siamo grandi estimatori di
Edin Dzeko, da sempre. Lo abbiamo difeso quando aveva i fucili mediatici puntati addosso, quando gli chiedevano l'impossibile, quando se sbagliava un gol era considerato il brocco della Capitale. A noi
Dzeko è sempre piaciuto: se messo nelle condizioni di colpire, non tradisce. Ora la
Roma si ritrova in casa un bel tesoretto: otto partite, sette gol, presenza alla voce assist e rigori conquistati. La squadra lo assiste,
Spalletti ha deciso di dargli fiducia, la stessa che lui ha ritrovato dopo averla smarrita semplicemente perché non avvertiva le sicurezze che aveva avuto nel corso della sua carriera. La scorsa estate aveva esposto un cartello grande quanto un palazzo, della serie "non me ne vado, dimostrerò di non essere l'ultimo della compagnia". Detto, fatto. Bastava semplicemente farlo sentire il gigante del gol, non il brocco della Capitale. Perché lui brocco non lo è mai stato. Anzi, l'esatto contrario.
Foto: Twitter Roma