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DZEKO-PEDRO-MKHITARYAN: PINTO HA GIÀ TRE CERINI BRUCIATI IN MANO

25.01.2023 | 18:55

Tiago Pinto è una brava persona, come tante altre in giro per il mondo. Ma deve dimostrare, con i fatti, di essere un dirigente all’altezza della Roma. Non si offenda, ma viva la libertà di esprimere un giudizio senza appecoronamenti come in tanti sono abituati a fare, microfono in mano dalle parti di Trigoria (e non solo, anche a Milano, Madonna di Campiglio e Cortina). Tiago Pinto decide di parlare a pochi minuti dalla partita di La Spezia per sparare contro Zaniolo: libero di farlo, ma per stile e con stile sarebbe stato meglio non parlare. Lui può fare come ritiene, ma non si può certo dire che nei due anni abbondanti di Roma il suo bilancio sia da tramanadare ai posteri. Troppi flop, una cinquantina di milioni finiti in panchina, l’operazione Shomurodov eccessiva, tale Reynolds acquistato senza un perché. E fin qui potremmo anche pensare che gli errori sono dietro l’angolo, sbagliamo tutti. Poi, però, ci sono gli errori gravi, quelli gravissimi e quelli imperdonabili. Nella gestione Pinto la Roma ha fatto regali in libertà senza riflettere come avrebbe dovuto. Semplicemente perché un ciclo può essere finito e un acquisto può essere sbagliato, ma senza distribuire cadeau depauperando il tuo patrimonio. Dzeko all’Inter in omaggio, errore imperdonabile. Pedro alla Lazio gratis, neanche un euro incassato. Piuttosto un ingaggio scaricato, con la necessità di non cederlo all’estero in modo da non perdere i vantaggio del Decreto Crescita. La Lazio ringrazierà nei secoli. Mkhitaryan e la tempistica del rinnovo: non il massimo, al punto che l’armeno ha poi scelto di andare all’Inter, lasciando Tiago con il cerino in mano. Nella speranza che non accada la stessa cosa con Smalling, tormentoni infiniti che a nessuno giovano. Tiago Pinto chieda a Mourinho se é davvero soddisfatto di questo tipo di strategie, noi pensiamo che la Roma abbia bisogno di un dirigente con uno spessore degno del patrimonio messo a disposizione dai Friedkin. Su Zaniolo la morale è semplice semplice: anziché dire, la scorsa estate, che dopo il mercato ci sarebbe stato l’incontro per il rinnovo e che non era previsto alcun tipo di intoppo, sarebbe stato più importante e più proficuo per il club trovare una soluzione. Un dirigente che fa mercato deve essere bravo a capire i momenti per non mettete in difficoltà la proprietà che lo paga profumatamente. Inutile adesso far girare i cartelli “la Roma chiede 35 o 40 milioni per Zaniolo”, non ci crede nessuno. Meglio ancora: ci crede soltanto chi pensa che gli asini volino oppure che a Catania possa nevicare nella prima settimana di agosto. Pinto fa bene a resistere sulla formula, vuole i soldi subito, ma sulla valutazione si accontenti di 20 o 25 perché la prossima estate il rischio forte è che siano di meno. L’ennesimo bagno della strategia Pinto che la Roma non può permettersi di fare. Non bastano e avanzano i tre cerini (Dzeko-Pedro-Mkhitaryan) che sono già rimasti in mano a Pinto? Lo diciamo in libertà, nessuno si offenda, le veline a noi non interessano.
Zaniolo sarebbe la mossa giusta per il Milan che ha bisogno di qualità e che non ha avuto il minimo ritorno dal mercato estivo. Lasciamo perdere De Ketelaere, anche perché bisogna darli tempo e non tutti sono Kvaratskhelia, ma i giovani collezionati negli ultimi giorni della sessione estiva non hanno garantito la luce che il club rossonero avrebbe voluto avere in campo. Zaniolo sarebbe un grande colpo per tantissimi motivi: può coprire tutti e tre i ruoli dell’attacco, all’occorrenza sarebbe una mezzala (a Conte, che lo ha cercato per il Tottenham, piacerebbe anche in quel ruolo), è giovane il giusto. Lui soltanto bisogno di cambiare aria, semplicemente perché a Roma ormai la sua storia è finita, tra messaggi social e incomprensioni di ogni tipo. È ancora giovane, classe 1999, e non conviene a nessuno parcheggiarlo, la “verità” va medicata trovando una soluzione che vada bene a tutti ma che comprenda un addio. A meno che, ripetiamo, Pinto non intenda aspettare giugno per guadagnare ancora di meno sul cartellino. C’è un altro signore italiano che può diventare molto presto uomo mercato: Guglielmo Vicario. Non è giovane come Zaniolo, appena tre anni più anziano, ma per rendimento è probabilmente il miglior portiere del campionato. L’Empoli ha speso 10 milioni per riscattarlo dal Cagliari, adesso ne pretende almeno il doppio e fa bene. Vicario sarebbe un affare per qualsiasi, come staccare un assegno in bianco e da riempire per i prossimi 6-7 anni. Infatti, le big ci stanno pensando, il Napoli più di altri, all’interno di rapporti da sempre eccellenti con l’Empoli. Se uscisse Meret (scadenza 2024 con opzione), entrerebbe Vicario e sarebbe un perfetto passaggio di testimone.

Editoriale per sportitalia.com

Foto: sito Roma