DZEMAILI, QUALITÀ E QUANTITÀ

Ieri sera abbiamo assistito ad uno dei posticipi più thrilling degli ultimi anni: il pirotecnico 3-5 con cui il Napoli ha espugnato l’Olimpico di Torino, all’esito di una vera e propria girandola di emozioni, ne costituisce la riprova. È vero, alla fine ha deciso il solito, immenso Edinson Cavani con due conigli estratti dal suo cilindro senza fondo ma, ciò nonostante, a ritirare la statuetta per il migliore attore protagonista sul palco sale Blerim Dzemaili: una tripletta realizzata da un centrocampista non è roba da tutti i giorni.



Classe 1986, Dzemaili nasce a Tetovo, nell’allora Repubblica jugoslava di Macedonia, da una famiglia di etnia albanese che dopo qualche anno decide di trasferirsi in Svizzera, Paese del quale il giocatore difenderà i colori una volta iniziata la sua carriera sportiva. Insomma, le origini del centrocampista si contraddistinguono per la grande varietà, stesso marchio di fabbrica che lo caratterizzerà sul rettangolo di gioco, dove farà la fortuna dei suoi allenatori grazie alla sua duttilità, mettendo qualità e quantità al loro servizio, come solo un centrocampista dai piedi buoni e dai capienti polmoni è in grado di fare. Senza dimenticare di aggiungere al repertorio la naturale propensione all’inserimento e la staffilata dalla distanza.

Blerim si forma come calciatore a Zurigo, dapprima tra le file della locale YF Juventus, che dalla società torinese importa anche i colori sociali, e poi con la maglia della squadra principale della città, con la quale esordisce da professionista nel 2003-04, a soli 17 anni, affermandosi subito come un insostituibile perno del centrocampo, come testimoniano le ben 30 presenze a fine campionato, impreziosite da 2 gol. Nelle due annate successive la storia non cambia, Dzemaili si conferma nel cuore della mediana dello Zurigo  collezionando nel complesso 58 presenze e 4 reti, vince la Coppa di Svizzera nel 2005 e il primo scudetto nel 2006, bissato l’anno seguente quando al suo fianco gioca un certo Gokhan Inler, con il quale si forma un asse che si riproporrà frequentemente, per lo meno in nazionale, dato che attualmente al Napoli i due sono visti da Mazzarri più come alternativi che complementari. Ad ogni modo, nell’estate del 2007 Dzemaili lascia la Svizzera e si trasferisce al Bolton, voluto fortemente da Sam Allardyce. La cattiva sorte però è in agguato: Blerim non scende mai in campo e salta tutta la stagione, prima a causa di un infortunio ai legamenti del ginocchio e poi per scelta tecnica, considerato che nel finale di campionato il nuovo tecnico Sammy Lee, subentrato al suo mentore, non lo vede mai.



Nell'agosto del 2008 arriva il trasferimento in Italia, Urbano Cairo lo preleva per il suo Torino in prestito con diritto di riscatto, prontamente esercitato nell'aprile del 2009. Al termine della sfortunata stagione, conclusasi con la retrocessione in B dei granata, passa al Parma e in maglia ducale disputa due stagioni, chiudendo con 49 presenze e 1 rete all’attivo nonostante una nuova lesione ai legamenti. Nel luglio del 2011 il Napoli lo acquista a titolo definitivo, arriva l’esordio in Champions League e a fine stagione Dzemaili chiude con 28 presenze e tre reti all’attivo, sollevando al cielo la Coppa Italia vinta nel maggio del 2012 a spese della Juventus. Nell’annata in corso, finora sono oltre 30 le presenze accumulate tra campionato ed Europa League e già in sei occasioni il duttile centrocampista, punto fermo della sua nazionale, ha assaporato la gioia del gol. E dopo l’ hat-trick di ieri sera contro la sua ex squadra, siamo certi che in questo finale di stagione Mazzarri calerà ancora il suo jolly, qualità e quantità per l’obiettivo Champions.