Quando una società sta per passare di mano, molte cose sono incomprensibili. Questa ancora di più. Seguiteci: Mino Raiola è in contemporanea l'agente di Donnarumma e Bonaventura, in quest'ultimo caso ci sarebbe molto da dire ma per ora sorvoliamo. Anzi, abbiamo già dato.
Bene: Galliani incontra Raiola per il prolungamento di Bonaventura fino al 2020, concordato tanti e tanti mesi fa (in pratica al cambio di agente dell'esterno offensivo) e alla fine dell'incontro, con tanto di fumata bianca, dichiara: "Abbiamo parlato soltanto di Jack, perché nel caso di Donnarumma la volontà di Raiola è prima quella di conoscere bene il nuovo gruppo cinese".
Premessa: Galliani (che secondo qualcuno avrebbe avuto la buona volontà di impostare il rinnovo di Gigio: ma quando, ma dove? Sono morbidi cuscinetti mediatici) ha parlato al posto di Raiola e non capiamo perché. E poi, scusateci: Bonaventura è un nazionale, anche per lui sarebbe stato giusto aspettare la svolta cinese.
Quindi: perché Bonaventura sì e Donnarumma no? Lo stesso Jack non si sente utilizzato dal suo agente, che ritiene molto più importante la pratica relativa al portiere non ancora maggiorenne? Figli e figliastri. Oppure le motivazioni sono altre? C'è qualcosa che non va: Galliani parla a nome di Raiola, Raiola non parla, Bonaventura è una priorità e Donnarumma no. La storia che diventerà maggiorenne a febbraio? Sarebbe stato possibile raggiungere un accordo di massima già ora, da formalizzare tra pochi mesi. Anche perché la vicenda Donnarumma sta particolarmente a cuore ai tifosi del Milan, a un anno e mezzo dalla scadenza. E poi, scusate se ci ripetiamo: ma per quale motivo Galliani deve dire cose che spetterebbero a Raiola? Per caso Raiola parla a nome di Galliani?
Non sappiamo come finirà questa storia, ma, fossimo nella "costola" italiana del gruppo cinese che ha versato 200 milioni, prima di far passare il rinnovo di Bonaventura chiederemmo garanzie su quello di Donnarumma. Entrambi, oppure nessuno. Senza figli e figliastri. O no? E se Raiola ha qualcosa da dire giusto che lo faccia lui, soltanto lui.