Effetto Stramaccioni: fiducia a Coutinho e non solo
13.07.2012 | 19:55
Sorrisi ed entusiasmo a Pinzolo. Passione travolgente dei tifosi nerazzurri, che hanno trasformato la val Rendena in una piccola cittadina targata a festa solo per l’Inter. Passione ed energia che portano a un nome in particolare: Andrea Stramaccioni. Il tecnico romano ha davvero portato qualcosa di nuovo in tutto l’ambiente. Soprattutto, la sua voglia, la sua grinta. Il voler dimostrare di valere un club così importante. A soli 36 anni. Il giovane rampollo di casa Moratti avrà il duro compito di dare un’identità ben precisa alla sua squadra. Sotto il piano del gioco e sotto l’aspetto tattico. Qualcosa si è visto nelle ultime nove giornate del campionato scorso, qualcosina nella prime due amichevoli. La volontà di Strama è quella di vedere la sua squadra giocare con palla a terra, con scambi rapidi e con continue verticalizzazioni. Nella sua mente, come si sta vedendo sul campo, circolano due schemi tattici. Il 4-3-1-2 e il 4-2-3-1. In entrambi, il fulcro del gioco è stato spesso e volentieri – forse sempre – il giovane brasiliano Philippe Coutinho. Il baby talento entra nel vivo di ogni azione, dispensa qua e là passaggi precisi e deliziosi assist ai suoi compagni. In gran spolvero, libero di inventare. Dietro le punte, Palacio e Milito. O alle spalle di un unico centravanti, con due attaccanti esterni ai lati. La fiducia del mister nerazzurro nei confronti del classe ’92 è tanta. Fiducia e stima che sono venuti a mancare nei mesi scorsi, fatta eccezione per Benitez. Lo spagnolo apprezzava molto le abilità tecniche del giovanotto tutto riccioli e fantasia. La nuova Inter non è solo Coutinho (in attesa di Sneijder), ma è anche Zanetti, Guarin e il duo micidiale Palacio-Milito. Tutti elementi imprescindibili per il presente. A cominciare dal primo impegno del 2 agosto in Europa League. Aspettando qualche altro innesto in mediana e rinforzi sulle corsie esterne, dove di ruolo c’è il solo Nagatomo (Maicon è ormai in lista di sbarco). E i giovani? Stramaccioni in questo ritiro valuterà e poi prenderà le sue decisioni. Chi ben comincia, è a metà dell’opera.