EKDAL, TALENTO SILENZIOSO

La prima domenica di gloria da allenatore del Cagliari gliel'ha regalata un ex Juventino. Zdenek Zeman gode grazie ad Albin Ekdal, svedesino dalla faccia pulita e dal talento silenzioso. Nell'ultimo turno di campionato, Ekdal ha affondato l'Inter di Mazzarri con una super tripletta, manco fosse il suo più celebre connazionale Ibrahimovic. Pallone a casa e nerazzurri in crisi. Il gol non è certo il mestiere di Albin, che in carriera ne ha realizzati appena 8. Il primo in serie A risale al 9 gennaio 2010. Luogo: San Siro. Avversario: l'Inter. Film già visto che diventa "dolce", "sweet", sul suo personale profilo Instagram. Una sola parola per definire quella giornata indimenticabile. Un talento silenzioso ma purissimo. La leggenda narra di un "no" rifilato al Chelsea ai tempi delle giovanili dell'IF Brommapojkarna, quando aveva solo 15 anni. Voleva proseguire gli studi, non era ancora il momento per il grande salto. Che arrivò nel 2008 con il passaggio alla Juve. Esperienza fugace e senza sussulti. Quel talento troppo silenzioso non riuscì a imporsi in bianconero. Ci provò con gli stessi colori ma in Toscana, sponda Siena, inanellando 26 presenze e una rete. Poi Bologna, preambolo cromatico a quella che sarebbe poi diventata (è proprio il caso di dirlo) la sua "isola felice", il Cagliari. Con i sardi gioca dal 2011, e lo fa con la solita lucidità nei passaggi, con un temperamento cresciuto in modo evidente rispetto al passato, e non disdegnando la ricerca del gol. A Milano ne ha fatti 3. Si è portato il pallone a casa e ha gioito, seppur in modo contenuto. Perché Albin è un talento silenzioso, un po' come il suo nuovo allenatore.