EMERSON PALMIERI, PERSONALITÀ E DINAMISMO PER LA ROMA: UNA RINASCITA FIRMATA SPALLETTI
17.02.2017 | 09:30
La Roma vince in maniera straripante aggiudicandosi il primo atto dei sedicesimi di finale di Europa League contro il Villarreal. A brillare, nella notte perfetta vissuta all’Estadio de la Cerámica (il vecchio Madrigal), è la stella di Emerson Palmieri. I giallorossi calano il poker e annientano gli spagnoli che cadono sotto i colpi del terzino e di Edin Dzeko, autore di una strepitosa tripletta. La malcapitata formazione di Fran Escribá può soltanto restare a guardare e finisce in ginocchio, al tappeto. A sbloccare l’attesissimo incontro è proprio Emerson che, convergendo dalla sinistra, guarda la porta e spolvera il destro, piede che solitamente utilizza soltanto per correre, disegnando una parabola magica quanto perfetta che si infila all’incrocio dei pali con il povero Ansejo che non tenta nemmeno l’intervento e può solamente guardare la sfera infilarsi alle sue spalle. Una perla di rara bellezza, eppure fino a poco tempo fa per Emerson non erano tutte rose e fiori. Il fluidificante sinistro è stato spesso oggetto di critiche, più volte preso di mira da ambiente e addetti ai lavori. Ma a difenderlo in prima linea, c’è sempre stato il tecnico Luciano Spalletti. Così dopo tanto lavoro e grazie alla sua determinazione, ecco venir fuori le qualità di un calciatore con ancora una parte di talento totalmente inespressa. Emerson nasce il 3 agosto del 1994 a Santos, in Brasile. Inizia a rincorrere un pallone, come solitamente capita nell’ambiente carioca, per strada. Ma il suo estro è sprecato in quei campi di periferia, così nel 2009 viene notato dal Santos ed entra a far parte del settore giovanile all’età di 15 anni.
Per arrivare in prima squadra non ci impiega molto, anzi è necessario aspettare soltanto il 17 aprile del 2011: Emerson fa il suo debutto nel massimo campionato brasiliano nella sfida vinta per 3-0 contro il Paulista entrando in campo al minuto 77 al posto di Keirrison. Nella stagione seguente si ritaglia il proprio spazio, ma scende in campo soltanto tre volte. Il 17 giugno 2012, finalmente, giunge il momento dell’esordio da titolare nella gara contro il Flamengo persa, però, per 1-0. Emerson inizia a crescere e viene confermato definitivamente all’interno dell’organico. L’anno dopo le presenze salgono a 16, bottino soddisfacente. Dall’altra parte dell’oceano, precisamente in Italia, un club accende i fari su di lui. Si tratta del Palermo che, dopo averlo osservato attentamente soprattutto nella stagione 2013-14, decide di portarlo nel nostro paese. Dopo aver totalizzato 33 presenze e 3 gol con la squadra della sua città, Emerson lascia gli Alvinegro praiano e sbarca in Europa. I rosanero lo prelevano in prestito con diritto di riscatto, la prima apparizione, anche se da subentrante, è datata 24 settembre 2014 nel 3-3 finale al “San Paolo” di Napoli. In Sicilia, tuttavia, trova poca continuità, ma quelle poche uscite bastano per far attirare le attenzioni della Roma che, nell’estate del 2015, lo acquistano – stavolta a titolo definitivo – dal Santos, club proprietario del cartellino. Ormai l’Italia diventa la sua seconda casa, d’altronde le sue origini da parte di madre sono chiaramente italiane. Alla guida del club giallorosso c’è Rudi Garcia che lo fa esordire nel successo ottenuto per 2-4 al “Renzo Barbera” proprio contro la sua ex squadra, il Palermo, il 4 ottobre.
Lo spazio a disposizione, però, è davvero poco. La concorrenza con Lucas Digne, non uno qualunque, lo costringe a sedere perennemente in panchina. Intanto, Garcia saluta e al suo posto subentra Luciano Spalletti. Al termine del campionato saranno 8 i gettoni collezionati, ma nell’ultima giornata – a San Siro contro il Milan – Emerson Palmieri Dos Santos, entrando al 78′ per El Shaarawy, contribuisce al successo dei capitolini contro i rossoneri siglando il gol della tranquillità. Il risultato finale è 1-3, da quel momento in poi qualcosa cambierà. Come se l’incantesimo fosse stato spezzato. L’attuale stagione, però, nonostante le attese e i buoni propositi, non inizia nel migliore dei modi: la Roma è impegnata nel preliminare di Champions League contro il Porto, il match d’andata termina 1-1, nella sfida di ritorno ai giallorossi basta il pareggio per accedere alla fase a gironi, ma all’Olimpico va in scena la più orrenda delle tragedie sportive. I Dragões sbancano la capitale con un netto 3-0, ma Emerson si rende addirittura protagonista in negativo facendosi buttare fuori, al 44′ del primo tempo, dopo appena nove minuti dal suo ingresso in campo dal direttore di gara polacco Marciniak. Fallaccio su Jesus Corona, rosso diretto e doccia anticipata. Questa in sintesi la partita dell’italo-brasiliano che lascia i suoi compagni in nove, raggiunge negli spogliatoi l’altro espulso di giornata Daniele De Rossi e si becca due turni di squalifica che sconterà poi in Europa League. A quel punto il 22enne finisce nell’occhio del ciclone, piovono critiche a non finire nei suoi confronti. Ma il suo vero mentore, Luciano Spalletti, lo difende a spada tratta, come un padre fa solitamente con un figlio. In quel momento nasce tra i due nasce un grande feeling, un amore indissolubile.
Emerson comprende di dover ripagare la fiducia del suo tecnico, vuole smentire chi ancora non crede in lui. È consapevole che per spazzare via le chiacchiere è necessario lavorare con impegno e abnegazione. Spalletti gli resta vicino, lo coccola, lo accarezza e dopo poco tempo si ritrova un calciatore rinato che sorprende per corsa, dinamismo, personalità e spirito di sacrificio. La risposta più grande, utile a placare definitivamente le continue polemiche, arriva nel derby contro la Lazio. La Maggica si impone per 2-0 con le reti di Strootman e Nainggolan, ma la sontuosa prestazione del classe 1994 non può passare inosservata ed è sotto gli occhi di tutti. Emerson zittisce chi fino a quel momento l’aveva soltanto additato, accusato e riconquista l’appoggio dell’opinione pubblica. “Emerson oggi ha fatto una grandissima partita. Vediamo se oggi i rompiscatole di sempre continuano a insistere: lasciatelo tranquillo, in pace e vedrete le sue qualità”, queste le parole dell’allenatore giallorosso nel caldo post partita. Il merito della sua improvvisa e rapida rinascita, dunque, è per gran parte di Spalletti. Rinascita che lo ha portato fin qui e che gli ha permesso, in una sfida delicata come quella di ieri contro il Villarreal, di siglare un gol bello e decisivo ai fini dell’incontro e del discorso qualificazione. La Roma vola, in campionato come in Europa League, spinta ormai dal suo uomo in più: Emerson Palmieri, autentica rivelazione di quest’anno. Chissà se il suo contributo permetterà realmente a capitan Totti e compagni di alzare al cielo un altro trofeo continentale dopo ben 45 lunghi anni…
Foto: Roma Twitter