Esclusiva: Ds Milan, Bigon e Pradè no. Mirabelli molto più di un’idea

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E' scattata la corsa al nome. Chi sarà il nuovo direttore sportivo del Milan, quale sarà la scelta di Fassone? Noi ripetiamo quando detto nei giorni scorsi, magari vi diamo qualche particolare in più. Vi avevamo raccontato che non sarebbe stato importante il nome, ma l'identikit. Ora possiamo aggiungere, soprattutto depennare nomi improbabili. Partiamo da Fabio Paratici: per la Juve è intoccabile, se un giorno decidesse di andar via quasi sicuramente opterebbe per un'esperienza all'estero, lo corteggiano da anni. Proseguiamo con Piero Ausilio, contratto in scadenza ma destinato a rinnovare con l'Inter. Continuiamo con Walter Sabatini soltanto per specificare come il nuovo Milan cerchi soprattutto un direttore abituato alla gestione, non soltanto un talent-scout. Scartiamo Riccardo Bigon che non è ritenuto un profilo da Milan. E fin qui poche conferme su Daniele Pradè, professionista eccellente con una gran voglia di ripartire dopo il ciclo di Firenze. Altri nomi? No, fermiamoci qui, non ci piace farne troppi. Occhio alle sorprese. Una in particolare? Fin qui non ci sono stati incontri, ma un nome da tenere in considerazione è quello di Massimiliano Mirabelli, capo degli osservatori dell'Inter in scadenza come Ausilio. Alle spalle Mirabelli ha lavorato come direttore sportivo a Terni e Cosenza, quindi sa come gestire un gruppo, da quando è all'Inter ha arricchito la sua esperienza con un attento lavoro di scouting. Oggi Mirabelli è molto più di un'idea, nel rispetto di un concetto già raccontato: nel nuovo Milan l'identikit del direttore sportivo conterà più dei nomi. Per un nuovo modo di impostare il lavoro, alla larga dai rapporti con i soliti tre o quattro procuratori. Soprattutto con una conoscenza diretta, a 360 gradi, di pregi e difetti dei singoli calciatori. Non per sentito dire, come il mercato moderno da anni impone a tutti.