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ESPIRITO SANTO, UN DESTINO CHIAMATO PORTO

02.06.2016 | 10:26

Siamo abituati a vedere moltissimi ex giocatori diventare nel tempo allenatori affermati. Regge qualche caso di tecnici che non hanno lasciato il segno con gli scarpini ai piedi, ma che si sono poi rifatti alla guida di grandi club (Mourinho e Sarri, giusto per citarne due). Tra gli ex giocatori, c’è un ruolo del campo che ha sempre prodotto meno allenatori: quello dei portieri. Pochi infatti i numeri uno che sono riusciti ad esprimersi in panchina, raggiungendo alti livelli. Ricordiamo in Italia Dino Zoff e Walter Zenga, in Portogallo c’è il 42enne Nuno Espirito Santo. Un nome che è una garanzia, come la sua capacità nell’organizzare le proprie squadre. Ed ora questa capacità è al servizio del Porto, che gli ha affidato la panchina dopo l’esperienza al Valencia, in sostituzione di Josè Peseiro. Un ritorno a casa, in quella squadra che gli ha dato i maggiori successi a livello nazionale ed internazionale e dove ha chiuso la carriera da giocatore. Un allenatore che non ha uno schema fisso sul quale soffermarsi (la base di partenza è il 4-3-3, però non è la norma), ma punta tutto sulla meticolosità nel preparare le gare, non rinunciando a cambiare schema di gioco in base all’avversario che si presenta davanti. Questo è il nunismo, nome nato in quel di Valencia per riassumere il suo credo calcistico. Una persona a cui è legata anche la carriera di un altro personaggio molto noto nel mondo del calcio: Jorge Mendes. Tra i migliori procuratori al mondo (gestisce anche le prestazioni di Josè Mourinho, tra i tantissimi), lo start alla sua carriera di agente lo si deve proprio ad una chiacchierata avvenuta con Espirito Santo: era il ’96, quando l’allora portiere del Vitoria Guimaraes entra in una discoteca e si ferma a parlare con il proprietario del locale, Mendes. Da lì nasce la carriera dell’intermediario portoghese, che inizierà la scalata fino al vertice partendo proprio dal passaggio di Espirito Santo al Deportivo La Coruna.

Una carriera da giocatore in cui ha alternato annate da primo portiere ad altre da secondo. Inizia proprio a Guimaraes, dove milita dal 1992 fino al 1996 guadagnando minuti con il passare delle stagioni. Poi sei anni in Galizia, tra prestiti e annate da vice con il Deportivo (parentesi a Merida e Osasuna), in cui arriva a vincere la Coppa di Spagna (2001-02). Arriva il primo biennio al Porto, con Mourinho allenatore in cui vince Champions League, Coppa Uefa, due campionati portoghesi e Supercoppe di Portogallo ed una Coppa di Portogallo. Nel primo anno ai Dragoes, la gioia di un gol, nel 7-0 al Varzim proprio nella coppa nazionale. Dopo l’addio di Mourinho arriva la Coppa Intercontinentale, in cui entra in campo nel primo tempo supplementare al posto di Vitor Baìa ed arriverà la vittoria ai rigori sull’Once Caldas. Poi esperienza alla Dinamo Mosca, al Desportivo Aves e chiusura della carriera al Porto, con due campionati portoghesi vinti. Riparte da allenatore dei portieri del Malaga, ma diventa subito assistente di Jesualdo Ferreira al Panathinaikos. L’amico Mendes gli consiglia di fare il grande passo e la dirigenza del piccolo Rio Ave, nel 2012, gli concede la panchina. Nel biennio arriva in finale di Coppa di Lega e Coppa del Portogallo, dove si arrende in entrambi i casi al Benfica ma basta per qualificare i biancoverdi all’Europa League. Un vero e proprio miracolo sportivo, per un piccolo club che si affaccia per la prima volta a competizioni europee. L’exploit gli permette di farsi notare da Peter Lim, magnate asiatico e proprietario del Valencia, che lo porta in Spagna (2014). Espirito Santo riporta in Champions League il club a tre anni dall’ultima volta, arrivando quanto in campionato e eliminando ai playoff il Monaco nel doppio confronto. L’ultima stagione a Valencia non decolla, con una brutta eliminazione nel girone per mano di Gent e Zenit ed un campionato iniziato sotto le attese. L’uscita dalla massima competizione fa riflettere il tecnico, che d’accordo con il club si dimette. Ora la nuova opportunità con il Porto, nella speranza di ripetere le vittorie da calciatore…
 
Foto: fcporto.pt