In Serie A è stata la domenica delle prime volte. Nel primo pomeriggio era toccato a Mandragora, Marusic e Stepinski entrare per la prima volta nel tabellino dei marcatori di una gara del nostro massimo campionato, all'ora dell'aperitivo è stata la volta di Orji Okwonkwo, difficile da scrivere più che da pronunciare, tra l'altro c’è qualche sono dubbio sulla prima “w”, in questa sede ci siamo attenuti alla versione in uso sui siti ufficiali. Lo scenario è quello del Mapei Stadium, si sta giocando il derby emiliano Sassuolo-Bologna e, quando mancano 4 minuti più recupero alla fine, Roberto Donadoni, per cercare di capitalizzare la superiorità numerica determinata dall’espulsione di Magnanelli per doppia ammonizione, si gioca la carta del baby nigeriano, spedito sul rettangolo verde al posto di un difensore come De Maio: chiara l'intenzione di avanzare il baricentro in vista dell'assalto finale. E, come nelle favole calcistiche che si rispettino, il gol della vittoria al minuto 89 lo segna proprio Okwonkwo, lesto a ribadire in rete la sfera respinta da Consigli su conclusione ravvicinata - quasi a colpo sicuro - di Palacio. Tap-in di sinistro agevole, sì, ma altrettanto decisivo al punto da cagionare una sacrosanta esplosione improvvisa di gioia, quella maglia tolta istintivamente in men che non si dica, l'ammonizione più dolce per il ragazzo corso a festeggiare sotto il settore occupato da circa 3000 sostenitori rossoblu. Giusto e bello così, cartellino giallo a parte, perché il rampante attaccante esterno mai dimenticherà questa domenica 24 settembre. Nel giorno in cui Verdi è tornato sulla terra, dopo la prova da ufo contro l’Inter, nel giorno delle assenze di Di Francesco e Verdi, a prendersi la scena in casa felsinea è stato Orji, nato a Benin City, il 19 gennaio del 1998, e di stanza a Casteldebole da poco più di un anno. Formatosi in patria, con indosso i colori dell’Abuja, inizialmente il prestante nigeriano era stato prelevato per la Primavera, con la quale ha disputato un eccellente Torneo di Viareggio (4 gol in 4 partite), media da urlo anche in campionato con 11 reti messe a segno in 14 presenze. Ruolino da centravanti, quale nasce effettivamente Okwonkwo, via via specializzatosi però anche come attaccante esterno, bravo a partire dalla sinistra per sfruttare la falcata e poi accentrarsi per cercare la porta con il suo destro naturale. Le leve, non pesantissime (181 cm per 80 kg), consentono d’altronde tutti i margini di manovra tattici ad un calciatore in grado di coniugare esplosività, velocità e una buona confidenza con la porta avversaria. A maggior ragione se consideriamo che Donadoni stravede letteralmente per lui, non a caso la scorsa stagione lo aveva fatto debuttare in A già dopo una manciata di mesi, per l’esattezza il 20 novembre del 2016 in occasione della vittoriosa sfida casalinga contro il Palermo. Successivamente, l’allenatore gli aveva concesso altri 8 spezzoni in campionato, compresa quella da titolare all’ultima giornata contro la Juve, e lui aveva ripagato con 2 assist. Più altre 2 apparizioni in Coppa Italia. Numeri che, solitamente, un Primavera appena arrivato in Italia nemmeno osa sognare. Ma qui siamo al cospetto di un talento che da tempo viene ritenuto una garanzia in chiave futura, il classico predestinato. Di Orji le cronache iniziarono infatti a parlare nel 2015, quando con la sua Nigeria si laureò campione del mondo Under 17, realizzando un gol pazzesco (vedi video in calce) in semifinale contro il Messico. Dopo il classe ‘97 Diawara, ben presto volato al Napoli, ed il ‘96 Donsah (che si sta consacrando al Dall’Ara dopo aver fatto tappa anche a Palermo, Verona e Cagliari), ecco il ’98 Okwonkwo a cementare il feeling tra il Bologna ed il continente africano, bacino dal quale si può sempre pescare sul mercato a costi irrisori, in presenza di un buon settore scouting. “Sono felicissimo e molto emozionato, per un ’98 come me non è facile giocare in A, il Mister mi ha chiesto di dare profondità agli attacchi e cercare con la mia velocità di mettere in difficoltà il Sassuolo, una volta rimasti loro in 10 contro 11. Non era affatto una partita facile e per noi questi tre punti sono preziosissimi: ora subito al lavoro verso Genova, non sarà facile nemmeno lì ma andiamo per vincere”, questo quanto dichiarato da Orji nella sua prima intervista da match winner. Nelle valutazioni di Donadoni, chiamato a continuare a gestirlo al meglio, e di tutto l’ambiente bolognese, potrebbe essere stata la prima di una lunga serie.