ESTRO, GENIO E SREGOLATEZZA: BRYAN ZARAGOZA È UN’ALA D’ALTRI TEMPI
"Gioco per il dribbling, non per rincorrere il pallone. È così da quando sono piccolo: sono del quartiere. Il mio stile è giocare faccia a faccia e avere palla tra i piedi”. Bryan
Zaragoza e il dribbling, un amore scoccato in giovanissima età, e che non ha mai vissuto crisi, dissapori, o arresti di nessun tipo. Ha un che di trequartista di una volta Zaragoza, un calciatore d'istinto, imprevedibile, a volte umorale. Un calciatore di quartiere, come ama definirsi, devoto al dribbling e alla spontaneità, lontano dai tatticismi e i dogmi che alcune volte imbrigliano il talento dei calciatori. Ma il classe 2001 ha tanto anche del giocatore moderno, in grado di spaziare e galleggiare su tutto il fronte offensivo: esterno d'attacco, trequartista, seconda punta, altre volte addirittura mezzala. È suo il gol che ha portato gli ennesimi tre punti al percorso in Nations League della
Spagna, con un rigore calciato con precisione alla destra del portiere.
"De la Fuente mi chiede di essere audace e sfacciato", ha dichiarato in un'intervista, a qualche giorno dall'esordio in Nazionale: e quell'audacia è proprio la fiamma che muove Bryan dal primo attimo della sua carriera. Quella che nella nostra penisola, abbiamo ormai imparato a chiamare cazzimma. Attualmente all'
Osasuna, Saragoza nasce a Malaga e inizia a brillare nelle squadre di quartiere della sua città natale. Ha mosso i primi passi con il
Tiro de Pichón e successivamente ha firmato per il
Conejito. Il talento spagnolo mostra di avere qualcosa in più, tanto da attirare l'attenzione del
Granada, che lo cede in prestito al
CD Ejido. In seguito, gioca nella squadra riserve del club di Nazarí, il
Recreativo Granada, prima di debuttare con la prima squadra nel 2021, in una partita di coppa contro il
Laguna. Ma è nella stagione 2023/2024 che il talento spagnolo trova la sua definitiva consacrazione: 6 gol e 2 assist in 21 presenze, prestazioni da vero top player che attirano l'attenzione di un top club come il
Bayern Monaco. Il club bavarese investe su di lui 13 milioni di euro nelle casse della società che gli ha dato un palcoscenico europeo degno di nota, e il 6 dicembre 2023, viene annunciato il trasferimento a titolo definitivo. Entusiasmo, speranze e un contratto quinquennale con la società bavarese. L'accordo prevedeva l'arrivo dello spagnolo al 1º luglio 2024, ma a causa dell'infortunio di Kingsley
Coman, i tedeschi decidono di anticipare il trasferimento a gennaio, pagando 4 milioni in più. L'impatto al Bayern non è stato però dei migliori, pochi minuti, un campionato fisico e forse non adatto alle sue caratteristiche, e soprattutto un rapporto con l'allora tecnico
Tuchel burrascoso. 7 presenze e zero bonus a referto, che portano la dirigenza bavarese a scegliere di rimandarlo in Spagna.
"Per farsi le ossa" è la frase che spesso si dice in questi casi. Si fa avanti proprio l'Osasuna, che acquisisce le sue prestazioni con la formula del prestito. È il suo ambiente. Il suo ecosistema ideale. Così tanto che dall'inizio della stagione Zaragoza è un inamovibile, ed è a quota 5 assist e un gol in 13 presenze. Mica male. Gioca nel ruolo di ala sinistra: inventa, punta i terzini avversari, viene dentro il campo, in alcuni momenti scompare per frazioni di gioco intere, per poi ricomparire con giocate fuori dall'ordinario. È genio e sregolatezza, ma in questa stagione sta imparando ad essere più il primo del secondo, e i risultati si vedono. Tanto che la Spagna lo convoca per la Nations League, e quando entra si fa trovare pronto. Proprio come contro la
Svizzera, mandato in campo da
De La Fuente al posto di un certo Nico
Williams (non proprio uno facile da scalzare), e ha mostrato di cosa è capace, incorniciando poi la prestazione con la rete dagli undici metri. Quella bocciatura da parte del Bayern Monaco, pardon, da Thomas Tuchel, uno come Bryan Zaragoza se la lega al dito. Infatti, dopo la partita, il 23enne non ha potuto fare a meno di lanciare una frecciata imbevuta di veleno al suo ex allenatore, che in precedenza aveva citato la barriera linguistica del calciatore come motivo della sua difficile integrazione dopo il suo arrivo lo scorso inverno.
"Bryan manca principalmente della lingua. È difficile parlare con lui sia in inglese che in tedesco. Questo è una componente fondamentale", aveva detto Tuchel. La risposta del nostro protagonista, non di certo un diplomatico, non si è fatta attendere:
"Si gioca a calcio con i piedi, non con le parole". Cala il sipario. Una risposta così scenica e puntuale che diviene impossibile replicare in alcun modo. Zaragoza è questo, un fiammifero in un combustibile, dentro e fuori dal campo. E in Spagna, lo amano per questo. Foto: Instagram Zaragoza