ETERNO E ANCORA DECISIVO: TIM CAHILL BOX TO BOX, L’AUSTRALIA DEL CALCIO
11.10.2017 | 09:25
Ci sono giocatori che non smetteranno mai di stupire, giocatori che rappresentano un’intera nazione, a maggior ragione se calcisticamente non di primissimo piano. E non c’è calendario che tenga, il tempo scorre inesorabile ma il simbolo assoluto (con buona pace anche degli ormai ex Kewell, Viduka, Bresciano e Schwarzer) non tradisce mai, neppure alla soglia dei 38 anni, non pochi per un calciatore di movimento. Ieri si è interrotto il sogno della Siria, che ha inseguito con tutte le sue forze una qualificazione al Mondiale che sarebbe stata sensazionale, oltre che storica, considerata la drammatica situazione interna con la guerra a flagellare il Paese orientale. Il solito Al Somah, il bomber che era stato esiliato dal regime di Assad, al 6’ del primo tempo aveva portato in vantaggio i siriani dopo avergli regalato, nell’andata dello spareggio, il gol del definitivo 1-1. Poi, però, la scena se l’è presa tutta il vessillo dell’Australia. Dopo sette giri di lancette Tim Cahill pareggia, schiacciando in rete di testa – il suo marchio di fabbrica, a dispetto dei soli 180 cm di altezza – il pallone recapitatogli dalla destra da Leckie. Dopodiché un lunghissimo limbo, lo spettro dei supplementari che si materializza ma subito l’espulsione di Al Mawas che lascia gli ospiti in dieci uomini. I Socceroos aumentano i giri del motore, vogliosi di evitare la lotteria dei rigori, e a fare la differenza è ancora un’incornata di Cahill, uno splendido terzo tempo in sospensione su cross questa volta dalla sinistra di Kruse. Delirio totale all’ANZ Stadium di Sidney, la sua città natale, per il funambolico centrocampista – utilizzato in carriera anche come attaccante – che con questa doppietta ha fatto cifra tonda: 50 gol in Nazionale, primato consolidato ma già indiscusso, in 103 presenze (a meno 6 dal record di Schwarzer). Pochine in rapporto all’età, molte si si pensa che Tim riuscì ad esordire soltanto a 24 anni, il 30 marzo del 2004, in occasione dell’amichevole contro il Sudafrica. Il perché è presto detto: il trequartista da ragazzino aveva difeso i colori delle Samoa (luogo natio della madre), a livello Under 20 pur avendo soltanto 14 anni, e fino a quel momento le regole Fifa impedivano di cambiare Nazionale anche in caso di presenze accumulate con selezioni giovanili. Cambiato l’orientamento, il giocatore poteva optare anche per Inghilterra o Irlanda (da parte di padre) ma scelse la sua Australia. Tornando ai record, Timothy Filiga Cahill, nato il 6 dicembre del 1979, è stato il primo australiano a segnare nella fase finale della Coppa del Mondo. E l’unico ad essere andato a bersaglio in tre Mondiali di fila (2006, 2010, 2014), primatista di reti della sua Nazionale anche nella kermesse iridata, 5 finora. Primo calciatore australiano, inoltre, a segnare in Coppa d’Asia, vinta nel 2015. La speranza di Tim è di poter avere l’opportunità di incrementare il bottino mondiale, dipenderà dall’esito dell’ultimo spareggio (contro l’Honduras, quarta classificata del girone Concacaf) che si disputerà in doppia sfida nella prima metà di novembre. Ripercorrendo sinteticamente la sua carriera, Cahill da ragazzino ha girovagato tra Balmain Police Boys Club, Marrickville Football Club e Plumpton/Oakhurst Soccer Club, prima di passare dai vivai di Sydney Olympic e Sydney United. Nel 1997 Tim chiede ai genitori di trasferirsi in Inghilterra, per coltivare il suo sogno di diventare un calciatore professionista. Detto, fatto: biglietto aereo e, poco tempo dopo, primo contratto con il Millwall. Sette stagioni tra i cadetti, quindi il grande salto all’Everton del quale, neanche a dirsi, diventa una bandiera negli otto anni di militanza. Il cuore oltre l’ostacolo, sempre. Il classico calciatore pronto a superare qualsiasi prova, pur di centrare gli obiettivi. Nell’estate del 2012 l’addio a Goodison Park, a seguire due anni e mezzo negli Stati Uniti con i New York Red Bulls, due in Cina (Shanghai Shenhua e Hangzhou Greentown) prima di tornare, finalmente, a casa: l’accordo con il Melbourne City dello sceicco Mansour, storia dell’11 agosto del 2016. Tim Cahill, prototipo del centrocampista box to box, nel corso del suo lungo viaggio sui campi erbosi a livello di club ha disputato ben 674 gare ufficiali, impreziosite da 169 gol. Nel contratto in scadenza nel 2018 è inserita un’opzione per una ulteriore stagione: ci sarà tempo e modo per pensare al futuro, magari per festeggiare in campo i 40 anni con le sue due maglie (17 per i club, 4 in Nazionale). D’altronde, finché la gamba risponde perché non assecondarla. Questo e molto altro, per la terra dei canguri, è Tim Cahill, l’Australia del calcio.
Foto: Twitter Cahill