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Eto’o: “Sono nato e morirò interista. Ricorderò sempre il discorso di Mourinho prima della gara con il Chelsea”

17.05.2020 | 11:30

Samuel Eto'o - Chelsea - Inter - InterNews

Intervistato dai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Samuel Eto’o, ex-attaccante di Inter e Barcellona, ha ricordato la sua esperienza in nerazzurro, raccontando alcuni retroscena in merito alla stagione del Triplete. “Se sei interista una volta, morirai interista. – ha esordito – Non c’è un motivo e questa cosa non può cambiare: è così e basta. Mourinho mi convinse in modo semplice: mi mandò la maglia numero 9 dell’Inter e mi scrisse è tua, ti aspetta. Primo contatto con l’Inter? Fu con quello che sarebbe diventato mio fratello Marco. La storia del suo sms si conosce: un certo Materazzi mi scrive <<Se vieni tu all’Inter vinciamo tutto>>, non ho quel numero in rubrica e chiedo ad Albertini: <<E’ suo?>> Era il suo. Una cosa del genere non mi era mai successa in tutta la carriera: quel messaggio ha avuto un grande peso nella mia scelta. E ha fatto nascere una grande amicizia. Moratti mi chiamò poco dopo e in un francese perfetto mi disse: <<Eto’o, si fidi: lei all’Inter si troverà benissimo, diventerà come casa sua>>. Aveva ragione. Io come terzino? Terzino puro solo a Barcellona, ma quella fu un’emergenza. E comunque ciò che pensai quella sera in realtà fu il mio pensiero di tutto l’anno. Quando fu espulso Thiago Motta, Mourinho chiamò me e Zanetti, ci spiegò come metterci in campo: non avevo neanche il tempo di riflettere su quanto avrei dovuto correre stando sulla fascia, mi dissi solo <<Dai tutto e vedremo alla fine.>> E alla fine eravamo in finale. La gara con il Chelsea? Di quella notte ricorderò per sempre due cose. Il discorso di Mourinho prima della partita: <<Nessuna squadra che ho allenato può battermi.>> Entrammo in campo con una determinazione diversa: non giocavamo solo per noi, ma anche per l’allenatore. E poi lo stop che feci prima di segnare, la palla scendeva e mi dissi: <<Se lo fai bene, poi segni facile.>> Ce l’ho ancora qui negli occhi, quel controllo.”

 

 

 

Foto: InterNews