Europei, meno 3: ecco il girone dell’Inghilterra
06.06.2016 | 20:50
Per la prima volta non saranno 16 ma addirittura 24 le partecipanti alla fase finale degli Europei. In seguito a tale allargamento, nella fase a eliminazione diretta sono stati introdotti gli ottavi di finale, ai quali accederanno le prime due classificate dei 6 gironi più le quattro miglior terze. All’interno di questo approfondimento vi presenteremo le Nazionali che si sfideranno in Francia, dal 10 giugno al 10 luglio prossimi, con l’obiettivo di succedere alla Spagna, vincitrice delle ultime due edizioni.
GIRONE B
INGHILTERRA (4-2-3-1)
Attenzione alla rappresentativa dei Tre Leoni, l’unica ad aver vinto un Mondiale ma mai un Campionato d’Europa, che in Francia può assolutamente rivestire i panni dell’outsider di lusso. Come sempre il cammino nelle qualificazioni è stato trionfale (en plein, 10 vittorie in altrettante partite), ora però i tifosi si aspettano di incantare anche nella fase finale di una manifestazione ufficiale, dal momento che l’unico successo della Nazionale inglese risale alla Coppa del Mondo alzata al cielo di casa nel lontano 1966. Il buon vecchio Roy Hodgson, mai patinato ma ritenuto sempre affidabile oltre Manica, può contare su un reparto avanzato da urlo: ai soliti Kane, Rooney e Sturridge si sono aggiunte le note più liete della Premier League appena conclusasi: Jamie Vardy, alfiere del Leicester dei miracoli ma ormai a un passo dall’Arsenal, e Marcus Rashford, il gioiello diciottenne esploso nel Manchester United nella seconda parte di stagione. E ai magnifici 5 vanno aggiunti Dele Alli e Sterling, inventiva e cambi di passo garantiti sulla trequarti. Dolorosa la rinuncia a Drinkwater, brillante centrocampista delle Foxes di Ranieri, ma la mediana è decisamente coperta come potrete vedere dando un’occhiata ai convocati, in calce a questo articolo. La difesa poggia le basi su Joe Hart, la cui titolarità non sembra in dubbio anche se Forster spinge, con Clyne a sfrecciare sulla corsia di destra e John Stones chiamato a consacrarsi al centro contro le punte più temibili del continente.
RUSSIA (4-2-3-1)
Se la selezione ex sovietica è arrivata in Francia, addirittura senza passare dalla mannaia degli spareggi, il merito è tutto di Leonid Slutski, il tecnico del CSKA Mosca pigliatutto chiamato al capezzale della Nazionale (cumulando l’incarico con quello del club) per riparare ai disastri della gestione Capello: 4 vittorie su 4 e pass continentale in tasca, con sorpasso sulla Svezia di Ibra che invece ha dovuto far fuori i cugini della Danimarca al playoff per assicurarsi la partecipazione. Adesso però viene il difficile, perché la caratura della rosa, oltre ad essere imparagonabile a quella dell’ex Urss prima della dissoluzione del 1991, è abbastanza modesta. A maggior ragione dopo i forfait di Alan Dzagoev, il calciatore di maggior talento della squadra, fratturatosi il secondo metatarso del piede destro due settimane fa, e Igor Denisov, notizia dell’ultima ora. Assenze pesantissime, che vanno a sommarsi a quelle dei veterani Yuri Zhirkov, parimenti infortunato, e Aleksandr Kerzhakov, il recordman di gol rimasto fuori per scelta tecnica, dato che in avanti Dzyuba, Smolov e Kokorin offrono ampie garanzie. Il tasto più dolente è rappresentato dalla retroguardia, tutt’altro che rapida e impenetrabile: davanti al valido portiere Akinfeev, architrave del blocco CSKA, per affiancare il navigato Ignashevich, quasi 37enne, è stato naturalizzato il jolly tedesco Neustädter dello Schalke, che solo nei giorni scorsi ha ottenuto il passaporto russo.
SLOVACCHIA (4-2-3-1)
Alle spalle dell’Inghilterra, favorita d’obbligo per la vittoria del raggruppamento, potrebbe scatenarsi la bagarre per il secondo posto, fermo restando che anche le quattro migliori terze accederanno agli ottavi di finale. E non va certo sottovalutata la Slovacchia, reduce dall’ottimo girone di qualificazione concluso alle spalle della quotatissima Spagna, peraltro battuta nello scontro diretto casalingo. Nei 23 sono entrati quattro “italiani”: gli intoccabili Hamsik e Kucka e i difensori Skriniar (Sampdoria) e Gyomber (Roma), che difficilmente però riusciranno a scalzare gli esperti Skrtel, in uscita dal Liverpool, e Durica, baluardo della Lokomotiv Mosca. Coppia centrale affiatatissima, in campo anche nello storico 3-2 rifilato all’Italia in Sudafrica, che costò agli azzurri l’eliminazione dal Mondiale del 2010. Oltre a capitan Marekiaro, maestro nell’attaccare gli spazi per inserirsi in zona gol, dalla cintola in su il ct Kozak può contare anche sui vari Duda, Stoch, Mak e l’ex Pescara Weiss: batteria assortita e pronta ad innescare Nemec, terminale offensivo all’interno del 4-2-3-1. La selezione dell’Est, all’esordio nella fase finale di un Europeo, farà di tutto per stupire ancora, contando anche sulla voglia di mettersi in mostra di ragazzi non ancora celebrati ma pronti a spiccare il salto verso lidi più prestigiosi: la vetrina di Euro 2016 per loro potrebbe essere fondamentale.
GALLES (3-5-2)
Altra debuttante al gran valzer d’Europa, seconda partecipazione assoluta alla fase finale di una kermesse internazionale dopo il Mondiale del 1958. La rappresentativa del Regno Unito, che sfiderà dunque la casa madre Inghilterra in un derby che si preannuncia affascinante, ha fatto molto bene nelle qualificazioni, piazzandosi alle spalle dello spauracchio Belgio, neutralizzato alla grande sia all’andata che al ritorno (4 punti su 6 per Gareth Bale e compagni). E adesso, anche in ragione del calibro delle contendenti dirette, vuole continuare a scrivere la storia centrando il superamento del turno. La Federazione ha fatto il suo, ossia ha rasserenato il commissario tecnico Chris Coleman, che era in scadenza, facendogli sottoscrivere nelle scorse settimane un nuovo accordo valido fino al 2018. Dopodiché tutto o quasi dipenderà dal già citato Bale: se Mister 100 milioni – punta di diamante di un collettivo non eccezionale – sarà in condizione, i gallesi partiranno con un piccolo vantaggio rispetto a Russia e Slovacchia, che al loro interno non possono vantare un fuoriclasse di tale levatura. Eccezion fatta per l’asso del Real Madrid, quasi tutti i titolari militano comunque in Premier League: dal famigerato (e temutissimo dai vip) Aaron Ramsey, faro dell’Arsenal, ad Ashley Williams, capitano della Nazionale e anche dello Swansea di Guidolin, per arrivare a Ben Davies (Tottenham), Andy King (Leicester) e Joe Allen (Liverpool).
Jody Colletti
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