Europei, meno 1: ecco il girone del Portogallo
09.06.2016 | 20:15
Per la prima volta non saranno 16 ma addirittura 24 le partecipanti alla fase finale di Euro 2016. In seguito a tale allargamento, nella fase a eliminazione diretta sono stati introdotti gli ottavi di finale, ai quali accederanno le prime due classificate dei 6 gironi più le quattro miglior terze. All’interno di questo approfondimento vi presenteremo le Nazionali che si sfideranno in Francia, dal 10 giugno al 10 luglio prossimi, con l’obiettivo di succedere alla Spagna, vincitrice delle ultime due edizioni.
GIRONE F
PORTOGALLO (4-3-3)
Grande favorita del raggruppamento, la Nazionale allenata dal ct Fernando Santos ha con Cristiano Ronaldo la punta di diamante più pregiata dell’intera competizione. Fresco di undecima con il Real, l’asso lusitano trascinerà i suoi compagni anche in Francia, dove l’obiettivo minimo è centrare i quarti di finale. Secondo le previsioni, sarà proprio il Portogallo l’eventuale avversaria degli azzurri agli ottavi , per poi trovare l’Inghilterra in un ipotetico turno successivo. CR7 a parte, è Nani il maggior candidato a fare scintille in zona gol, in un 4-3-3 completato a destra da Joao Mario, il talento classe 1993 dello Sporting sul taccuino di diversi top club. Alle sue spalle scalpita Quaresma, apparso in grande spolvero nelle ultime amichevoli; occhio anche a Renato Sanches, ultimo arrivato in casa Bayern. Moutinho in regia, ai suoi lati Pereira e il 22enne del Valencia Andrè Gomes, ad oggi nettamente favorito su Carvalho. Eliseu e Soares i terzini, Pepe-Alves la coppia di centrali davanti a Rui Patricio. Una formazione abbastanza solida, con tanti elementi in rampa di lancio, ma di certo nel suo complesso non alla pari di Francia, Spagna, Germania e Inghilterra.
ISLANDA (4-4-2)
Alle spalle del Portogallo domina l’incertezza. Ed ecco che la più lieta sorpresa di quest’Europeo potrebbe essere proprio l’Islanda di Lars Lagerbäck. Vi diamo un significativo indizio: nel girone di qualificazione (lo stesso della grande assente Olanda) è arrivato un più che convincente secondo posto alle spalle della Repubblica Ceca, con 17 reti realizzate e solo 6 subite in 10 incontri. Saevarsson-R.Sigurdsson-Arnason-Skulason una retroguardia senza infamia e senza lode, ma l’evidenza dei fatti porta a pensare che gli attacchi avversari dovranno fare di tutto tranne che dare per scontato di poter trovare la via del gol con disarmante facilità. L’uomo più rappresentativo nell’undici titolare, senza ombra di dubbio, è Gylfi Sigurðsson, 26enne mediano in forza allo Swansea che in Nazionale ha siglato la bellezza di 12 centri in 37 presenze. Dando un più ampio sguardo alla rosa, impossibile non citare l’eterno Eiður Guðjohnsen. L’ex Chelsea e Barcellona è il vero recordman del Paese: 26 marcature (mai nessuno come lui) in 84 apparizioni. Nella spedizione transalpina, a 20 anni esatti dalla prima volta in cui indossò la maglia bianco-blu, farà di tutto per metterci lo zampino. E regalare – chissà – un traguardo ben più roseo delle previsioni della vigilia.
AUSTRIA (4-2-3-1)
Dopo cinque anni in panchina, il ct Marcel Koller sente che può essere questo il momento della svolta. Tra le 24 partecipanti, forse quella austriaca è l’unica compagine la cui formazione iniziale può godere di 11 giocatori già certi del posto. Si parte dall’estremo difensore Almer, per poi passare a una terza linea composta da elementi di grosso calibro: a sinistra Fuchs, tra i protagonisti dell’impresa Leicester, al centro il duo Dragovic-Hinteregger, geograficamente lontani per club di appartenenza (Dinamo Kiev e Borussia M’Gladbach) ma capaci di integrarsi al meglio a vicenda, a destra il buon Klein, che con lo Stoccarda agisce spesso anche qualche metro più avanti. Al centro Baumgartlinger e soprattutto Alaba, simbolo e faro della Nazionale; davanti a loro il frizzante trio Harnik-Januzovic-Arnautovic a supporto del bomber Marc Janko, che nell’ultima stagione a Basilea ha raccimolato appena 22 presenze fra tutte le competizioni, ma che è stato capace di gonfiare la rete avversaria per ben 16 volte. Imprescindibile la sua vena realizzativa per sperare in un secondo posto. Tutt’altro che un miraggio: ne vedremo delle belle.
UNGHERIA (4-2-3-1)
Outsider del girone? Quasi improbabile. Coraggioso il tentativo del tecnico Storck di giocarsi a viso aperto le tre sfide partendo – almeno nelle sue idee iniziali – da un 4-2-3-1 forse anche un po’ troppo spregiudicato. Basta leggere i nomi: Dzsudzsak (l’unico sopra la media) con il Bursaspor ha compiti prettamente offensivi, lo stesso dicasi della meteora del Werder Brema Kleinheisler e di Nemeth, trequartista in forza al semi-sconosciuto Al-Gharafa. Davanti a loro Ádám Szalai, che con l’Ungheria ha all’attivo otto reti ma che nelle squadre di club è in fase nettamente calante, come dimostrano i soli 4 centri collezionati nelle ultime due stagioni tra Hoffenheim e Hannover. Tra i pali il 40enne Gabor Kiraly, dal 1998 bandiera della Nazionale (per lui 101 presenze); in difesa l’unico meritevole di una menzione particolare è Richárd Guzmics, centrale classe 1987 cresciuto nell’Haladás, trasferitosi al Wisla Cracovia nell’estate del 2014 e segnalato qualche mese fa sul taccuino della Lazio. Insomma, poche individualità di spicco ma fermezza di intenti. Del resto non potrebbe essere altrimenti, visto che la qualificazione in Francia è arrivata solo dopo il duro spareggio vinto sia all’andata sia al ritorno contro la Norvegia.
Gianmarco Della Ragione Twitter: OfTheReason90
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