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FAZIO DI GRANITO, LA ROCCIA DELLA ROMA

17.12.2017 | 10:55

Partiamo da un presupposto: in sede di calciomercato al giorno d’oggi, con 4,4 milioni di euro, generalmente compri un ragazzino di belle speranze, se ti va bene. Non certo un baluardo difensivo già affermato, seppur reduce da un paio di stagioni con più bassi che alti. Ebbene, il colpo nell’estate 2016 lo fece la Roma con l’ormai ex ds Walter Sabatini che scommise su Federico Fazio, centrale che il Tottenham aveva deciso di lasciare andare non rientrando nei piani del connazionale Mauricio Pochettino, con il quale la classica scintilla non scoccò mai.  Appena 1,2 milioni per il prestito, altri 3,2 per il diritto di riscatto, puntualmente esercitato il 15 luglio scorso. Un matrimonio che ha dato un ritorno importantissimo ad entrambi: Federico, fresco di rinnovo fino al 2020, ha persino riconquistato l’Argentina dopo oltre tre anni, al momento sono 7 le apparizioni in Nazionale, con la fondata speranza di partecipare al Mondiale agli ordini di Sampaoli. La Roma, dal suo canto, ha trovato un titolare: dopo aver convinto Spalletti, che lo schierò dal primo minuto ben 44 volte tra campionato e coppe, Fazio sta facendo altrettanto con Di Francesco, che lo ha impiegato dall’inizio già in 16 occasioni. Eccellente nel gioco aereo e ostico da superare nell’uno contro uno, munito di un fisico da granatiere (195 cm per 88 kg), ma con buona agilità in rapporto alle lunghe leve, El Comandante oggi è l’uomo copertina perché il suo gol di ieri sera ha consentito di alimentare ulteriormente le velleità scudettate della Roma. Nella cornice all’Olimpico i padroni di casa hanno sofferto più del previsto, contro un Cagliari ben disposto in campo e votato essenzialmente a difendere, fino alla svolta concretizzatasi al minuto 94. Cragno, bravo in precedenza nel neutralizzare il rigore di Perotti, esce male su un calcio di punizione scodellato dalla sinistra, la palla carambola per una frazione di secondo sul braccio di Federico, che poi deposita nella porta sguarnita. “Tocco ininfluente”, “altro che, fallo di mano!”: a fine partita le polemiche sono divampate, malgrado la dinamica sia passata sotto la lente d’ingrandimento del VAR che ha dato il definitivo via libera a Damato. Una rete pesantissima che ha permesso alla Roma di agguantare, momentaneamente, la Juventus a quota 38 e di restare a soli 4 punti dal Napoli, tornato in vetta dopo l’inatteso ko interno dell’Inter contro l’Udinese. Distacco che potenzialmente potrebbe assottigliarsi fino ad una sola lunghezza, dato che la Roma deve ancora recuperare la partita con la Samp. Tanta roba se si considera che l’era Di Francesco era iniziata tra la diffidenza generale, sia per qualche cessione eccellente (Salah, Rudiger) che per l’avvicendamento in panchina in sé.

Prima di snocciolare sinteticamente in cifre la prima parte della carriera di Fazio, bisogna subito evidenziare una curiosità: Federico fu portato in Europa dallo stesso Monchi che se lo è ritrovato a Roma e che, soprattutto, nel 2014 lo lasciò andare – o fu costretto a cederlo, a seconda delle versioni – al Tottenham per soli 10 milioni con clausola rescissoria ribassata ad hoc, questo perlomeno riportarono le cronache iberiche del tempo. Al netto dell’infruttuoso ritorno in prestito a Siviglia, con l’effetto della classica minestra riscaldata, nel gennaio del 2016.

Federico Julian Fazio nasce a Buenos Aires il 17 marzo del 1987 e si forma calcisticamente nel Ferro Carril Oeste dove percorre tutta la trafila delle giovanili fino ad approdare in prima squadra, con cui debutta il 6 agosto del 2005. Dopo un biennio, chiuso con 48 apparizioni e 3 gol all’attivo, lo specialista sudamericano risponde alla chiamata di Monchi: il Siviglia nel gennaio del 2007 versa appena 800mila euro nelle casse del sodalizio di Caballito (barrio di Buenos Aires) e si assicura un prospetto dall’avvenire assicurato. In prima battuta il ragazzo viene spedito nella filial Sevilla Atletico (con l’attuale compagno Diego Perotti!) contribuendo alla prima promozione in Segunda División dei canterani, ma già nel finale di stagione Federico viene aggregato ai grandi per la semifinale di Coppa del Re. Qualche mese dopo la gioia del trionfo nel Mondiale Under 20: Fazio faceva parte della stessa Selecciòn dei Messi, Di Maria, AgueroLavezzi che l’anno successivo concesse il bis alle Olimpiadi di Pechino. Da quel momento in poi la stella de El Comandante all’ombra del Sanchez Pizjuan brillò alta: in bacheca 1 Supercoppa di Spagna, 1 Coppa del Re e le prime 2 Europa League targate Emery, il tutto a coronamento di una cavalcata sviluppatasi lungo 203 presenze complessive, impreziosite da 4 gol. Zero centri nell’anno e mezzo al Tottenham (32 apparizioni totali), già 5 nelle 67 volte in cui ha indossato la maglia giallorossa. Alle latitudini di Trigoria sognare si può, con un totem come Fazio al centro della difesa (la migliore del campionato) è ancora più facile.

Foto: Twitter Tottenham