FABRIZIO, NON TI CURAR DI LORO…
01.10.2012 | 12:24
È il numero uno, la pepita del Palermo. Invece, spesso lo trattano come se fosse l’ultima ruota del carro. Dovrebbero fargli un monumento in ogni piazza della città, i tifosi sarebbero anche pronti. Fabrizio Miccoli: un nome e un cognome, doppia garanzia. Invece, deve quasi dimostrare ogni volta di essere il numero uno. Come se non bastassero le mille prodezze da quando indossa il rosanero. Contro il Chievo ha voluto esagerare: tre gol, uno più bello dell’altro. Il terzo, da centrocampo, con una giocata degna del suo spettacolare repertorio. Tre gol. Due per Zamparini che continua a metterlo in croce, magari soffiando agli allenatori di turno che Fabrizio non è il massimo per le migliori fortune del Palermo. Uno per Gasperini che, presentandosi in Sicilia, ha fatto fuori Miccoli nelle prime due partite, mandandolo in panchina. Sarebbe come se l’Inter giocasse senza Milito, la Lazio senza Klose e la Fiorentina senza Jovetic. Scandalo.
Caro Fabrizio, non ti curar di loro, ma guarda e segna. Il tuo contratto in scadenza avrebbero dovuto blindarlo fino al 2015. Ma avrebbero dovuto farlo quattro mesi fa. Senza sperare, qualcuno lo ha fatto, che tu decidessi di tagliare la corda e di accettare una ricca proposta. Mai che Zamparini, una volta e pubblicamente, abbia detto “Miccoli è la nostra speranza, la nostra certezza, il nostro diamante”. Sembra quasi che Fabrizio sia un ingombro, un peso. A Zamparini dovrebbero spedire il dvd con tutti i gol che ha segnato a Palermo, con tutti i conigli che ha tolto dal cilindro. E sarebbe la volta buona per cancellare le malignità riservate al ragazzo di Lecce: è grasso, vuole comandare, condiziona gli allenatori. Certo, molti allenatori sono condizionati – e non poco – quando lasciano Miccoli in panchina. Condizionati da Zamparini. Ah, cosa non si fa per un contratto milionario: la dignità finisce spesso sotto i piedi.
Caro Fabrizio, non ti curar di loro, ma guarda e segna. Ti conosco da una vita: eri a Terni e ti stavi costruendo una credibilità. Pensavi di avere in Corvino il tuo mentore, poi avete litigato. Hai un procuratore, Francesco Caliandro, che sa capire quando accendere e quando spegnere, conosce alla perfezione i tuoi umori. Sei finito all’estero, ti sei messo in discussione, hai accettato – soffrendo – alcune scelte difficili da digerire. Dipendesse da te, firmeresti un vitalizio con il Palermo, soltanto per i tifosi che ti vogliono bene. Ma la realtà dice che alla scadenza sarà meglio dirsi addio. E così finalmente vedremo chi sarà a rimetterci: un giorno, forse, Zamparini capirà.
Caro Fabrizio, non ti curar di loro, ma guarda e segna. Da centrocampo, magari. Fossi stato al tuo posto lo avrei dedicato pubblicamente a Gasperini. Così la prossima volta, prima di escluderti due volte di fila per scelta tecnica (ma quando? Ma quale?), conterà fino a mille. E se dovesse servire, anche fino a diecimila.