Fagioli: “Ho tantissima voglia di tornare in campo, non vedo l’ora. Il 19 maggio finisce la squalifica, il 25 dovrei giocare l’ultima di campionato. Gli Europei? Sono un sogno”
Nicolò Fagioli, centrocampista della
Juventus, ha parlato all'ex teatro Araldo di Torino per il terzo dei dieci appuntamenti pubblici previsti a integrazione del piano terapeutico dopo la squalifica per le scomesse. Fagioli dal palco dell'evento ha raccontato la sua storia. Queste le sue parole:
"Adesso sto molto meglio. Un anno fa è stato il momento più difficile della mia vita, poi con l'aiuto di Paolo Jarre sto migliorando. Ora mi fa stare bene la mia famiglia, i miei amici, fare sport. Ho cominciato le prime volte quando avevo sedici anni, all’inizio era come un gioco, poi pian piano è diventato una malattia, ho iniziato subito con le scommesse sportive quando giocavo alla Juve nel vivaio”. Che sensazioni ti dava il gioco? “
Prima di perdere il controllo mi piaceva proprio giocare, cercavo la dopamina senza saperlo. Poi mi sono reso conto che era una malattia, ci ho messo troppo tempo a chiedere aiuto. Meno male che a maggio ho avuto l'idea di farlo”. Come passi il tempo libero? “Giocare a tennis mi aiuta tanto, mi diverte e nel tempo libero mi aiuta tanto”. Perché ti sei iscritto a piattaforme illegali? "Perché non potevo farlo col mio nome intanto, anche se all'inizio non sapevo quale fosse la differenza tra i .it e i .com. Il motivo vero non lo so perché ho cominciato su quelle piattaforme, poi ho continuato perché mi trovavo bene”. Sapevi fossi illegale? “Che sia illegale o no, è sempre difficile vincere. Le perdite sono istantanee, le vincite hanno bisogno di tempo e quindi ricarichi subito, forse è questo il meccanismo per cui il banco vince sempre”. Come hai vissuto quel periodo? “Ero sempre nervoso, l'unico mio sfogo era la partita perché mi allenavo male e questo faceva di me un calciatore che non dava il 100% in campo”. Quanta voglia hai di tornare a giocare? “
Ho tantissima voglia di tornare in campo, non vedo l'ora. Il 19 maggio finisce la squalifica, il 25 dovrei giocare l'ultima di campionato. Gli Europei? Sono un sogno”. Sulla squalifica? “Dal mio punto di vista mi avrebbe aiutato giocare a calcio. Stare lontano dai campi è una punizione che mi han dato ma che mi ha reso tutto anche più difficile. Sono stato obbligato ad accettarlo altrimenti non sarei più tornato”. I tuoi compagni ti hanno aiutato? “Compagni e società mi hanno aiutato molto standomi vicino. Lo spogliatoio prima delle partite mi manca, ma per il resto è come se non fosse successo nulla. Dopo che è uscito il casino ero più concentrato a non far uscire altre cose di me sui giornali che non sul resto, poi superate le prime due settimane son tornato a pensare alla squadra ed è stata dura non poter partecipare a partite e trasferte. All'inizio ho provato rabbia e vergogna quando erano uscite tutte le cose sui giornali, poi ho vissuto un momento di pace. E ora ho solo voglia di tornare in campo”. Cosa ti ha spinto a chiedere aiuto? “Non dormire la notte, tutto il tempo che mi prendeva ricevere chiamate, messaggi...Ho chiesto aiuto perché avevo toccato il fondo”. Pensavi di poter gestire tutto? “Sembra una banalità, ma anche io a 16 anni pensavo di potermi controllare e non credevo a chi mi parlava di malattia”. Foto: twitter Juve