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FELIPAO SUL TRONO

01.07.2013 | 10:20

Il 29 novembre scorso la Federazione brasiliana lo ha richiamato in sella per ridare linfa ad una nazionale che si era smarrita per strada e non riusciva ad esprimere sul campo le sue enormi potenzialità. Felipao, come lo chiamano in patria, è riuscito in pochi mese a dare ai verdeoro una loro identità bissando la vittoria del Mondiale del 2002 con il successo netto e meritato in Confederations Cup esattamente 11 anni dopo.

Passa il tempo ma Felipe Scolari sa ancora vincere e sogna di poter regalare ai brasiliani un’altra gioia mondiale il prossimo anno, di certo le premesse ci sono tutte.

Non ha sbagliato praticamente nulla il suo Brasile in questa Confederations Cup e il successo netto conquistato in finale contro la Spagna è qualcosa di più di un bel biglietto da visita da esibire con vanto.

A 64 anni Scolari è riuscito a tagliare un altro traguardo importante della sua lunga carriera di 32 anni da allenatore, una carriera iniziata nel lontano 1982 con il CSA di Gremio prima di un lungo peregrinare in giro per il mondo tra Brasile, paesi arabi e Giappone.

I suoi successi più significativi arrivano a metà anni ’90 quando conquista la Coppa Libertadores nel 1995 con il Gremio, dove l’anno dopo trionfa nel campionato brasiliano.

Nel 1999 arriva la seconda Coppa Libertadores, la Champions League del Sudamerica, sulla panchina del Palmeiras quindi, dopo l’avventura al Cruzeiro, la chiamata al timone di comando della nazionale brasiliana nel 2001, in un periodo in cui la squadra era in grossa difficoltà e rischiava addirittura di non qualificarsi al mondiale del 2002 in Corea del Sud e Giappone.

E’ proprio qui che inizia il primo miracolo di Felipao che riemette in sesto una squadra sull’orlo di una crisi di nervi, conducendola alla vittoria della Coppa del Mondo nella finalissima con la Germania decisa da Ronaldo.

Subito dopo decide di lasciare il Brasile da vincitore per accettare l’offerta del Portogallo che nel 2004 perde in casa la finale dell’Europeo contro la sorprendente Grecia, successivamente all’appuntamento mondiale del 2006 chiude quarto e nell’Europeo del 2008 viene eliminato ai quarti dalla Germania.

In estate lo chiama il Chelsea per un progetto vincente, ma la sua avventura a Londra dura appena pochi mesi e si conclude a febbraio 2009 dopo uno scialbo pareggio casalingo contro l’Hull City.

Dopo la scottatura dell’esperienza in Premier League accetta l’offerta milionaria degli uzbeki del Bunyodkor dove ritrova l’ex pupillo Rivaldo.

Dopo un anno in Asia torna in patria per allenare il Palmeiras senza grossi risultati, quindi arriva la nuova chiamata del Brasile, la sua oasi felice di sempre dove riesce ancora una volta a mettere la sua firma su un successo internazionale.