FERRARI VA DI CORSA, L’EBBREZZA DELLA PRIMA VOLTA
11.12.2016 | 10:45
Nel calcio la vittoria vale sempre 3 punti, almeno sulla carta. Perché poi si sa che ci sono partite che valgono doppio, i famigerati scontri diretti. E ieri il Crotone è entrato in campo con un obiettivo chiaro: portare a casa l’intera posta in palio contro il Pescara, un’altra partecipante al mini campionato a quattro per giocarsi la diciassettesima posizione in graduatoria, l’ultima utile ad evitare la retrocessione. Uno scenario inconsueto per la Serie A, ma delineatosi sin dagli albori della stagione e che domani potrebbe ricevere ulteriori crismi, ove l’Empoli perdesse al Dall’Ara contro il Bologna, la squadra più vicina al poker delle piccole completato dal Palermo. Lo stesso Palermo che stamattina si è svegliato da solo in coda alla classifica, abbandonato dalla truppa di Davide Nicola che con il successo sugli abruzzesi ha ravvivato parecchio la sua classifica, balzando al terzultimo posto ad un’incollatura dai toscani di Martusciello.
Una vera e propria escalation di emozioni, quella alla quale si è assistito nel sabato pomeriggio calabrese. Il bel colpo di testa in tuffo di Campagnaro al minuto 81 aveva gelato l’Ezio Scida, ma i supporters di fede rossoblu non hanno fatto nemmeno in tempo a metabolizzare l’amarezza: appena due giri di lancette più tardi, infatti, a fare esplodere definitivamente (dopo il rigore di Palladino nel primo tempo) l’impianto pitagorico è stato Gian Marco Ferrari, lasciato clamorosamente libero – sulla punizione di Stoian, a difesa schierata – di incornare alle spalle di Bizzarri il gol della vittoria, il primo nel massimo campionato per il 24enne difensore già di proprietà del Sassuolo, protagonista negli ultimi anni di una crescita esponenziale. I giocatori del Pescara, anziché cavalcare il possibile capovolgimento dell’inerzia determinato dal pareggio, gli hanno lasciato la possibilità di colpire tutto solo, sia pur dopo un contrasto ai limiti del regolamento, quasi all’altezza dell’area piccola. Una leggerezza forse determinata dalle statistiche, considerato che per Ferrari, quella di ieri, è stata in assoluto la rete numero 6 in tutta la sua carriera. La prima la aveva realizzata, nella stagione 2009-10, tra le file del Monticelli Terme, il modesto club di Eccellenza cui il Parma, la squadra della città che gli ha dato i natali (il 15 maggio del 1992), lo aveva ceduto in prestito, il primo di una lunga serie (Crociati, Fiorenzuola, Renate le altre tappe, mentre il Gubbio nel 2013-14 lo aveva preso in comproprietà dal club ducale, che poi lo aveva riscattato nell’estate precedente al fallimento per girarlo al Crotone). Ironia della sorte, il quinto e ultimo squillo in zona gol di Gian Marco risaliva al 20 marzo scorso, avversario sempre il Pescara (ma in B) per quella che era stata l’unica esultanza diretta del centrale con gli squali, tempisti nell’acquisirne definitivamente il cartellino dopo la cancellazione del vecchio Parma di Ghirardi dai radar del calcio professionistico. Una mossa oculata, che ha già pagato: il 31 agosto infatti il Sassuolo, società da sempre attenta ai migliori prospetti italiani del panorama, ne ha annunciato l’acquisto ed il contestuale ritorno a Crotone, a titolo temporaneo ed in compagnia di Falcinelli e Trotta, i cui trasferimenti sono stati fondamentali per il buon esito dell’operazione. “È una vittoria troppo importante per noi. Anche stavolta ci eravamo fatti raggiungere, ma l’importante era portare a casa i tre punti. Eravamo sempre stati sotto, ma ora siamo riusciti a scavalcare il Pescara portandoci in una posizione che ci dà morale per il futuro. Se adesso mi farò un tatuaggio con la data 10/12/2016? No, sono molto contento per il mio primo gol in Serie A, ma ora basta tatuaggi se no i miei mi ammazzano!”, queste le sue dichiarazioni nel dopo gara.
Da Drago, che inizialmente lo aveva accolto come riserva di Cremonesi, a Nicola passando per Juric, il demiurgo della straordinaria cavalcata conclusasi con la prima storica promozione in A: chiunque lo abbia allenato negli ultimi due anni ha individuato in questo ragazzo, che prima aveva frequentato soltanto le categorie minori, un pilastro imprescindibile della retroguardia. Il suo mancino naturale in situazioni emergenziali può consentirgli di spostarsi sulla fascia sinistra, ma il fisico roccioso (189 cm per 82 kg) e la pulizia in marcatura lo hanno consacrato al centro della difesa. L’anno prossimo Ferrari si disimpegnerà in neroverde: chissà, magari il Sassuolo potrebbe costituire un trampolino per un ulteriore salto in alto (nei mesi scorsi lo avevano seguito anche Juve, Roma e Inter). Ma per adesso si può dire a chiare lettere che una bella fetta delle speranze del Crotone di centrare la salvezza passerà dalle sue chiusure.
Foto: sito ufficiale Crotone