Una partita da mille e una notte: così si presenta Bayern Monaco-Real Madrid, seconda semifinale d'andata di Champions League. L'Allianz Arena sarà una bolgia, non soltanto per la rilevanza della sfida in sé ma anche, e soprattutto, per quanto accaduto lo scorso anno più o meno di questi tempi. Lo scenario era quello dei quarti di finale e ai danni dei bavaresi fu perpetrato uno dei “furti calcistici” più clamorosi della storia recente, al punto che negli spogliatoi del Bernabeu fu necessario l’intervento delle forze dell’ordine per riportare la calma. Dopo aver perso 2-1 in casa all'andata, Müller e compagni erano riusciti a portare la sfida ai supplementari (come avrebbe fatto la Juve quest’anno senza il famigerato rigore di Oliver), grazie al penalty di Lewandowski ed all’autogol di Sergio Ramos, intervallati dal momentaneo 1-1 griffato Ronaldo. E già nei 90 minuti regolamentari si erano registrate decisioni totalmente sbagliate da parte dell'arbitro Kassai, scivolato indietro nelle gerarchie Uefa e Fifa (tant’è che non parteciperà al prossimo Mondiale). Prima la mancata espulsione, per doppia ammonizione, di Casemiro in occasione del rigore concesso ai tedeschi, poi l'errato secondo giallo sventolato a Vidal, che era entrato in tackle sul pallone: errori gravi, che avevano già pesantemente orientato la gara a favore dei blancos. Ai supplementari però il fischietto ungherese superò se stesso, convalidando due gol di CR7 viziati da fuorigioco (uno dei quali clamoroso, roba di un metro), prima che Asensio sigillasse il definitivo 4-2. Ecco perché il Bayern si presenta all'appuntamento col dente più che avvelenato. Senza considerare gli intrecci di mercato, effettivi o potenziali, sottesi al grande match. Da Toni Kroos, che nel 2014 salutò la Baviera per soli 25 milioni (con le valutazioni di oggi, non basterebbe il triplo di tale importo), a James Rodriguez, che dopo non aver mai convinto nel triennio madridista in estate si è trasferito in Germania sulla base del prestito biennale (da 10-12 milioni) con diritto di riscatto fissato a 42: Rummenigge ha già fatto capire che la cifra verrà versata, senza fretta, nelle casse di Florentino Perez. E poi come non fare accenno a Robert Lewandowski, periodicamente segnalato in orbita Real Madrid (“il club dei suoi sogni”, disse ironicamente una volta lo stesso Kalle), a maggior ragione adesso dopo il cambio di agente e l'ingresso nella scuderia di Pini Zahavi. Lo spettacolo dovrebbe essere assicurato, arriva un Bayern-Real tutto da godere.