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Di Francesco a 360 gradi: “Sono orgoglioso di mio figlio. Su Zeman, il Milan e la Roma…”

25.10.2016 | 00:43

Eusebio Di Francesco, tecnico del Sassuolo, ospite di Tiki Taka su Italia 1, ha rilasciato alcune dichiarazioni: “Io al Milan al posto di Montella in estate? Sicuramente no, io ho sempre pensato di rimanere al Sassuolo. La sfida con mio figlio? C’è molto orgoglio da parte mia per il fatto che questo ragazzo con tanti sacrifici e per meritocrazia riesca a ritagliarsi un posto nel Bologna. È solo all’inizio, dovrà guadagnare la possibilità di giocare più partite. Sono contento per il suo atteggiamento e la sua predisposizione. La sfida con la Roma? Fa piacere ritrovare tanti amici, ma non è la prima volta che accade. Fa piacere affrontare la Roma: è una delle grandi squadre che non abbiamo mai battuto. Ci dobbiamo provare mercoledì. Da chi ho imparato il mestiere dell’allenatore? Penso a Magnanelli: interpreta il calcio nel mio pensiero. Zeman è stato importante dal punto di vista offensivo, ma non l’ho mai voluto scimmiottare: ho solo voluto imparare da lui e trapiantare nel mio credo calcistico i suoi insegnamenti. La chiamata di una big? Ci sono tanti altri aspetti che valuto nel calcio: ho la fortuna di allenare in Serie A e ritengo che il Sassuolo al momento sia la squadra ideale. Poi mai dire mai, senza ipocrisia la volontà di potersi migliorare c’è sempre. Conte o Mourinho? Conte è esuberante ed è sempre stato così. Mourinho non si può lamentare, ognuno ha il suo modo di trasmettere le sue emozioni. Io raramente litigo coi miei colleghi, non mi piacciono gli allenatori che urlano per non dire niente. Tante volte ci si può contenere sull’esultanza per rispetto. De Boer? Io mi ricordo Luis Enrique alla Roma. Serve un po’ di tempo per dare giudizi. Arrivare ad agosto, a una settimana, dall’inizio di campionato, complica la possibilità di trasmettere la propria idea di calcio. Poi c’è subito la sosta e tanti giocatori dell’Inter sono andati in Nazionale. Un suo esonero? È una domanda a cui non sarebbe corretto rispondere. È giusto dare la possibilità di lavorare, in Italia parliamo di progetto. Io gli darei la possibilità di lavorare”.