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FRANK LAMPARD, UN’ALTRA LEGGENDA SI CONGEDA

03.02.2017 | 10:45

Nella vita, come nel calcio, gli anni passano. Ma chi ha scritto la storia ed ha lasciato il segno nei cuori degli appassionati di tutto il mondo, difficilmente verrà dimenticato del tutto. Frank Lampard lascia il calcio giocato, per chi ama e segue questo sport si tratta di una brutta notizia. Ma prima o poi quel momento arriva per tutti, anche per i più grandi. Frank ne ha fatta di strada, partendo dalle giovanili del West Ham nel 1992. La sua carriera è stata costellata di successi, trionfi e la parentesi più bella è ovviamente quella vissuta con il Chelsea. Lampard rappresenta il calcio, in Inghilterra e non solo. Se ne va un simbolo, un’icona, un centrocampista che nel corso degli anni ha illuminato come pochi i campi della Premier League, facendo sognare bambini e grandi. Ma prima di indossare la maglia dei Blues, ha fatto la propria gavetta: un anno in prestito allo Swansea, poi il rientro alla base e cinque stagioni con gli Hammers. Nel 2001, su richiesta del tecnico italiano Claudio Ranieri, il Chelsea lo acquista per la cifra di 11 milioni di sterline. Da quel momento in poi avrà inizio la grande storia d’amore che tutti conosciamo. Con i londinesi è subito protagonista, realizza il primo gol con la sua nuova squadra in un incontro di Coppa UEFA contro la formazione bulgara del Levski Sofia. Prima di cominciare a vincere, però, passa un po’ di tempo. Infatti, nella stagione 2003-2004, dopo i numerosi investimenti in sede di mercato fatti dal patron Roman Abramovic, il Chelsea entrò a far parte definitivamente delle Big Four diventando una delle migliori quattro squadre del calcio inglese. Tutto ciò non bastò per centrare la vittoria del campionato, l’annata si concluse con un amaro secondo posto e Ranieri fu esonerato. Al suo posto venne scelto José Murinho.

Con il portoghese si respira un’aria diversa, Lampard riceve dall’ex Porto le chiavi del centrocampo. Stavolta l’obiettivo è vincere il campionato, ma anche la Champions League, trofeo che qualche mese prima aveva alzato al cielo Mourinho. Tuttavia, dopo aver compiuto un grande percorso, il Chelsea trionfa sì, ma soltanto in Premier League. Risultato ad ogni modo storico poiché giunse esattamente 50 anni dopo il primo e unico titolo Nazionale collezionato fino a quel momento. Nel frattempo Lampard diventa un perno fondamentale anche dell’Inghilterra, con Steven Gerrard e David Beckham compone uno dei migliori reparti nevralgici del mondo per quantità e qualità. Nel 2007, dopo le dimissioni di Mourinho con l’avvento di Acraham Grant, il suo rendimento ne risente e un infortunio lo tiene lontano dal rettangolo verde in più occasioni. Quella fu anche la stagione della prima e storica finale di Champions League contro il Manchester United, ma l’urlo di gioia rimase strozzato in gola. Infatti, ai rigori, dopo l’errore del compagno John Terry, furono i Red Devils a festeggiare. Un anno, dunque, quasi da dimenticare.

Ma Lampard non è mai abbattuto o tirato indietro. In estate riceve diverse offerte dalle big d’Europa, ma respingere ogni tentativo e decide di restare a Londra. In panchina si succedono Scolari, Ancelotti e Villas Boas. Ma il bottino si arricchisce con soltanto due altre Premier League. Per conquistare la coppa dalle grandi orecchie bisogna attendere l’arrivo di Roberto Di Matteo che, a sorpresa, guida i Blues nel trionfo più grande. Infatti, il 19 maggio del 2012, all’Allianz Arena di Monaco, il Chelsea batte e beffa il Bayern davanti al proprio pubblico. Stavolta i calci di rigore sorridono a Lampard e compagni, Drogba è l’ultimo a calciare e dopo parte la festa. Due stagioni dopo giunge l’addio al Chelsea, per lui alle porte c’è una nuova esperienza in MLS e negli States con il New York City. Ma nell’attesa gioca anche un paio di partite con il Manchester City e, nemmeno a farlo apposta, trova anche il suo primo e unico gol dell’ex contro i Blues. Tornando ad oggi, possiamo tranquillamente ammettere che giocatori del calibro di Lampard mancheranno e non poco in questo sport: “Dopo 21 incredibili anni, ho deciso di terminare la mia carriera di calciatore professionista. Ho ricevuto altre offerte e avevo la possibilità di continuare a giocare, ma è giunto il momento di fare questa scelta, di dire basta e di iniziare un altro percorso nella mia vita. Sono orgoglioso dei trofei conquistati e di aver rappresentato la mia Nazione”. Con queste parole il classe 1978 si congeda una volta per tutte e appende le scarpe al chiodo. Una decisione sofferta, ma probabilmente molto presto lo ritroveremo in panchina. Così un’altra leggenda saluta e dice basta.

Foto: london24.com