Tra tutte le stelle dell’Atletico Madrid, da Diego Costa a Raul Garcia, passando per Arda Turan e Filipe Luis, c’è un giocatore che risalta poco, ma di ottima sostanza: Gabriel Fernandez Arenas, detto Gabi.
Che, non a caso, è il Capitano dei colchoneros. Gioca nel cuore del centrocampo, ed è un interprete perfetto per gli schemi che Simeone ama variare durante la partita, il 4-4-1-1, il 4-2-3-1, il 4-5-1. E’ sempre lì, nel cuore del gioco, assieme a Mario Suarez.
E’ un centrocampista difensivo, molto abile sui calci piazzati. Suo infatti l’assist su punizione per il momentaneo 3-1 siglato ieri sera contro il Milan da Raul Garcia.
E dire che Gabi, cresciuto nelle giovanili dell’Atletico Madrid, fu venduto nel 2007 al Real Saragozza per nove milioni, per poi essere riacquistato per 3 nel 2011.
L’esordio nella prima squadra dell’Atletico arriva il 7 febbraio 2004, a Valencia contro i padroni di casa, in un match perso per 3-0. A fine anno le presenze saranno 6. La stagione successiva, nel 2004/05 si trasferisce al Getafe in prestito, collezionando 32 partite condite da 2 reti. Torna alla casa madre, e riesce a giocarsi bene le sue carte, in due campionati 52 gare e 1 rete.
Ma non bastano, e come detto, viene ceduto al Real Saragozza il 29 giugno 2007. Nove milioni di euro, quadriennale con opzione di riacquisto per l’Atletico Madrid. La prima stagione è amara, il Saragozza infatti retrocede in seconda divisione. La maglia 14 è sempre sulle sue spalle in quella dura stagione in B, e da buon Capitano (Gabi era diventato infatti subito un punto di riferimento all’interno dello spogliatoio), guida la squadra al ritorno immediato nella Liga. In quella annata sigla 4 reti.
Due anni di Liga lo pongono all’attenzione della Spagna: nel 2010/11 è anche rigorista del suo club. Le segnature dal dischetto sono 5 su 5 e i gol a fine anno sono ben 11.
Le 142 presenze e 15 reti nel quadriennio di Saragozza gli valgono il ritorno all’amato Atletico. Che versa i 3 milioni di euro pattuiti per il controriscatto, facendone subito un titolare inamovibile.
Il feeling con Simeone è immediato, il Cholo si rivede in quel centrocampista con la maglia numero 14 come la sua, che gioca nel cuore del centrocampo dei biancorossi, proprio come lui tra il 1994 ed il 1997.
E arrivano i primi successi: il 9 maggio 2012 vince l’Europa League nel derby spagnolo contro l’Athletic Bilbao (3-0 il risultato finale).
Viene nominato Capitano nel 2012/13, e il 31 agosto 2012 alza la Supercoppa Europea nella vittoria contro il Chelsea per 4-1. Sempre in quella stagione arriva anche il trionfo in Coppa del Re.
Punto fermo dell’Atletico, in Nazionale però non ha mai trovato spazio. Nessuna convocazione nella Spagna, in quel centrocampo iberico così ricco di talenti. Solo 12 presenze nella Under 21. Il motto di Simeone è “Il lavoro paga”, come ricordato anche ieri al termine della gara contro il Milan, e Gabi ha fatto sua questa filosofia. Ed è diventato il cuore dell’Atletico Madrid.
Immagine: www.atleticofans.com.