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L’EXPLOIT DI GAGLIARDINI: DAI PRESTITI IN B AL SOGNO AZZURRO, COL MARCHIO DI ZINGONIA

17.11.2016 | 09:30

Qualsiasi cosa accadrà nella sua carriera, da qui in avanti, difficilmente Roberto Gagliardini potrà mai dimenticare questo autunno. Due le date da tenere bene a mente: il 2 ottobre Gian Piero Gasperini lo lancia dal primo minuto contro il Napoli: prestazione da incorniciare e vittoria per 1-0 (griffata Petagna) che, dopo il precedente successo sul Crotone, consolida definitivamente la posizione del tecnico sulla panchina dell’Atalanta. Mai scelta rivelatasi più azzeccata, quella della società di Percassi, data l’incredibile striscia della Dea che nelle ultime sette partite in Serie A ha fatto più punti di tutti (Juventus compresa), ossia 19. Poi, storia del 7 novembre, succede l’imponderabile: Marchisio lascia Coverciano per problemi fisici, il 22enne centrocampista orobico era in ritiro con l’Under 21 e Giampiero Ventura, dopo aver preannunciato la totale apertura ai giovani, gli regala la gioia della prima convocazione vera (al di là dello stage di allenamento con Prandelli nel 2014 cui avevano partecipato altri 8 giocatori di Serie B). Roberto nel mentre si stava allenando, all’oscuro di tutto: “Avevo appena finito la seduta con l’Under 21, ho preso il cellulare ed ho visto un sacco di messaggi sulla Nazionale maggiore. L’ho saputo così e sono tuttora incredulo, sto vivendo un momento fantastico che spero duri il più a lungo possibile. Sono entusiasta e  più determinato che mai, ma consapevole di dover tenere i piedi ben piantati per terra. Io sono soltanto all’inizio, posso e devo crescere ancora. In questo momento mi viene da ringraziare tutti quelli che hanno sempre creduto in me, la mia famiglia e l’Atalanta su tutti”. Queste furono le sue dichiarazioni a caldo.

E poco importa che l’esordio non sia arrivato, il ct lo ha comunque tenuto sempre in gruppo, anche contro il Liechtenstein quando – trattandosi di una gara ufficiale – occorreva “tagliare” 5 giocatori dal novero di 28: in tribuna sono finiti Pavoletti, Lapadula, Bernardeschi, Sansone e Izzo.

Roberto nasce a Bergamo, il 7 aprile del 1994, e già all’età di 7 anni entra nel vivaio dell’Atalanta. Percorre tutta la trafila assieme ai coetanei Conti, Caldara e Grassi, anche se quest’ultimo (rientrato dal Napoli in prestito) è di un anno più giovane. Ecco gli ultimi gioielli di un settore giovanile che negli ultimi decenni, di talenti, ne ha sfornati in quantità industriale: basti pensare ai vari Donadoni, Tacchinardi, Morfeo, i fratelli Zenoni, Donati, Rolando Bianchi, Pelizzoli, Zauri, Natali, Motta, Lazzari, Agazzi, Pazzini, Montolivo, Bonaventura, Padoin, Consigli, Gabbiadini, Baselli e Zaza. Tutti col marchio del celebre Ateneo di Zingonia, che per un quarto di secolo ha avuto come rettore il magnifico Mino Favini. E alla lista possiamo aggiungere il nuovo golden boy milanista Manuel Locatelli, “scippato” dal club rossonero all’Atalanta nel 2009. Mentre i compianti e indimenticabili Federico Pisani e Pier Mario Morosini meritano una menzione a parte.

Tornando a Gagliardini, centrocampista ben strutturato fisicamente (188 cm per 77 kg), l’attuale exploit è arrivato un po’ a sorpresa perché negli ultimi anni, mandato a farsi le ossa ripetutamente in B, mai aveva trovato una vera e propria continuità di rendimento: 19 presenze a Cesena, 14 a La Spezia e 16 a Vicenza. In tutti e tre i casi con un gol all’attivo. La parentesi in Veneto, all’ombra del “Romeo Menti”, si era conclusa lo scorso 28 gennaio, quando le due società avevano concordato la risoluzione anticipata del prestito. Cinque mesi a zero minuti nel motore, poi, all’ultima giornata dello scorso di campionato, l’esordio da titolare in Serie A concessogli da Edy Reja nella vittoriosa trasferta di Marassi contro il Genoa. E in estate l’Atalanta ha provveduto a blindarlo fino al 2021. Passando dal nerazzurro all’azzurro, nel suo personale ruolino si contano 7 apparizioni e 2 gol con l’Italia Under 20 di Bubu Evani e 2 partite disputate con l’Under 21 di Gigi Di Biagio.

Nella zona nevralgica Roberto, grande appassionato di NBA (Lebron James è il suo idolo), riesce a coniugare quantità e qualità, rende al meglio da mezzala ma può destreggiarsi anche da interno. Gasp se lo gode, sapendo di poter contare su un ragazzo caratterialmente forte, con la testa sulle spalle e una bella famiglia (cui sono dedicati i suoi parastinchi, fidanzata compresa) a sostenerlo. Il futuro è tutto suo, ma anche il presente: per Gagliardini parlano i fatti.

Foto: sito ufficiale Atalanta