Nemo propheta in patria, brocardo che generalmente viene rispettato nel mondo del calcio, eccezioni a parte. Cristian Galano è una di quelle. Precisiamo subito una cosa: Galano è pugliese sì, nativo di Foggia. Però è Bari a rappresentare la sua patria calcistica: formatosi nel vivaio dei galletti, fino a un anno e mezzo fa Cristian aveva difeso soltanto quei colori, al di là della stagione 2010-11 trascorsa da diciannovenne al Gubbio in C1 (ai tempi la Lega Pro non era ancora unificata, la terza serie era denominata Prima Divisione). Il 31 agosto del 2015 il Vicenza ne annuncia l’acquisto, un altro biancorosso (questa volta a strisce) ad incorniciare la figurina dell’attaccante esterno classe 1991. Primo anno positivo, chiuso con 37 presenze a referto, impreziosite da 7 gol e 4 assist. Salvezza agguantata grazie all’avvento in panchina di Franco Lerda, al posto dello stesso Pasquale Marino che oggi veleggia in testa alla classifica con il Frosinone. La seconda stagione (quella in corso), sempre tribolata per i veneti frattanto passati dalle mani di Lerda a quelle di Bisoli, era iniziata male per Cristian dal punto di vista realizzativo: una sola rete in campionato, per quanto pesantissima nel derby con l’allora capolista Verona, un’altra in Coppa Italia ad agosto contro la Casertana.
A gennaio Cristian è diventato uomo mercato, si sapeva che avrebbe potuto salutare il “Menti” in caso di proposte convincenti: anche il Carpi e due corazzate di Lega Pro - quali Parma e Foggia - avrebbero fatto carte false per ingaggiarlo. Ma il 31 gennaio, dopo aver comunque dato tutto per il Lane (“Galano lo ringrazierò sempre perché si è comportato da grande uomo, allenandosi ai duemila all'ora fino all'ultimo giorno", Bisoli dixit), il ragazzo, che non voleva scendere di categoria malgrado l’interesse della squadra della sua città, è riuscito a fare ritorno al “San Nicola”, la sua patria. Prestito con diritto di riscatto, ottima operazione conclusa all’interno di una sessione che ha portato a Bari anche gente del calibro di Floro Flores, Raicevic, Salzano, Morleo, Parigini, Suagher e Greco. Una vera e propria rivoluzione per rinforzare l’organico a disposizione di Colantuono, con il dichiarato obiettivo di risalire la classifica rispetto a una prima parte di campionato non all’altezza delle aspettative, tant’è che la panchina di Stellone aveva impiegato relativamente poco a saltare. Ebbene, mai campagna acquisti si è rivelata più azzeccata, roba da fare una statua a Giancaspro e Sogliano. In questo febbraio, che oggi si chiude, “la Bari” è letteralmente decollata: quattro vittorie e un pareggio, 6 gol subiti e 12 fatti, addirittura 11 dei quali portano la firma dei nuovi arrivi: 4 gol per Floro Flores, 1 per Salzano e Parigini e ben 5 griffati Galano, il primo - subito decisivo - contro il suo ex Vicenza. Ecco perché, nell’ambito del nostro approfondimento quotidiano, abbiamo acceso i fari sul “Robben della Capitanata”, all’indomani dell’ultimo exploit, il preciso diagonale che ha chiuso la pratica Brescia nell’anticipo del turno infrasettimanale. Un successo fondamentale per i galletti, che hanno consolidato ulteriormente il quinto posto in zona playoff e possono guardare con fiducia crescente al futuro: ebbene sì, nemmeno la promozione diretta è più un miraggio, posto che le dirette concorrenti qualcosa sul campo la stanno lasciando. Nato il primo aprile del 1991, il guizzante esterno (impiegabile anche da seconda punta), è munito dell’adeguato physique du rôle (170 cm per 69 kg) per fungere da scheggia imprendibile negli ultimi 30 metri. Oltre che di un eccellente dribbling. Il venticinquenne specialista, a partire dallo spezzone d’esordio tra i grandi regalatogli da Antonio Conte contro la Salernitana il 23 maggio del 2009, anno dell’ultima promozione in A, ha accumulato 134 presenze con la maglia del Bari: 28 i gol all’attivo, 24 gli assist vincenti serviti ai compagni. “Sentivo di avere un conto in sospeso da un anno e mezzo, alla fine fortunatamente sono riuscito a tornare, più forte di prima, per riprendere un discorso che avevamo lasciato a metà”. Parole da leader vero, quelle proferite in queste settimane dal figliol prodigo Cristian. Parole che non abbisognano di grandi interpretazioni: Galano conosce l’amore sconfinato nutrito per la squadra da una piazza appassionata come poche, che merita di tornare al più presto a calcare il palcoscenico più ambito, quello della Serie A.
Foto: sito ufficiale Bari