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Galliani: “Provai a portare Totti, Del Piero, CR7 e Sarri al Milan. Monza? Un tentativo per Kakà e per Ibra quest’anno”

13.04.2020 | 15:23

Adriano Galliani, amministratore delegato del Monza ed ex dirigente del Milan, ha parlato di diversi argomenti a Sky Sport: “Io sono nato e cresciuto a Monza, ho quattro aziende e mia mamma mi portava sempre a vederlo. Sono diventato uno dei proprietari, poi nel ’79 quando vendetti la mia Elettronica Industriale gli dissi che ero pronto a lavorare giorno e notte per Mediaset, ma che volevo anche seguire sempre il Monza. Lo portai a vedere il Monza, poi nel 1985 mi chiamò al Milan e gli dissi che obbedivo. Esattamente tre anni fa tra l’altro abbiamo venduto la società, e ho un po’ di lucciconi… Prima del virus ero convinto che il 1° luglio 2021 il Monza potesse tornare in Serie A, speriamo che i piani non cambino. Berlusconi vuole portare assolutamente questa squadra in Serie A, è l’unica lombarda che manca. Continuiamo ad avere questa speranza, virus permettendo”.

L’acquisto che ha cambiato la storia del Milan?
“Difficile dirlo, abbiamo avuto otto Palloni d’Oro. La squadra che prendemmo aveva grandi problemi economici, ma una base tecnica ottima, partendo dalla difesa. Poi sono arrivati anche gli olandesi. In pochi hanno preso tanti “senza voto” come Giovanni Galli in quegli anni. Sono stati grandi acquisti quelli di Van Basten, Gullit, poi Kakà che mi è rimasto nel cuore… Ma anche Sheva. Giocatori immensi, penso a Ronaldinho o anche a Weah, Donadoni, Savicevic, Boban, Desailly… Potrei citare tutte le formazioni del Milan a memoria”.

C’è stato qualche acquisto mancato?
“Sì, c’è stato. Non molti anni fa, un giocatore che doveva arrivare ma che poi non riuscimmo… Si tratta di Carlitos Tevez. Poi un altro che avevo concluso è Roberto Baggio: non racconto la storia, ma era del Milan già cinque anni prima rispetto a quando sarebbe poi arrivato (fu rossonero nel ’95, quindi parla del 1990 quando invece andò alla Juve, ndr)”.

Mai provato a prendere Totti o Del Piero?
“Assolutamente sì, Del Piero prima della Juventus. L’allora ds del Padova venne da noi e ci chiese 5 miliardi per questo ragazzino. Totti invece lo corteggiammo ma voleva rimanere a Roma, non siamo mai stati troppo vicini. Per Del Piero invece non mi sentii di spendere quella cifra. Lo stesso vale per Cristiano Ronaldo: lo Sporting chiese 16-17 miliardi per un ragazzino di sedici anni… Ricordo che Braida spingeva e io ero preoccupato perché era una cifra mostruosa, dato che si parlava di un bambino. Quando penso a Capello, la prima cosa che mi viene in mente tutta la sua vita nel calcio: è arrivato al Milan per guidare la Primavera, ha fatto l’assistente di Liedholm, ha fatto il manager e poi Berlusconi decide di dargli la panchina della prima squadra. Abbiamo avuto tanti grande tecnici al Milan, ma in tre hanno fatto la storia del club: Sacchi, Capello e Ancelotti. Fabio resterà per sempre nel cuore dei milanisti. Maurizio Sarri è stato a un passo dal Milan. Pep Guardiola? Non è mai stato vicinissimo: l’ho chiamato qualche volta nel suo anno sabbatico, ci abbiamo provato, ma non è mai stato vicino”.

Anche Ibrahimovic…
“Ricordo, era fortissimo ma pensavamo che facesse pochi gol. Ancora non sapeva tirare, questo aspetto migliorò grazie a Capello e Italo Galbiati. Nell’estate del 2006 era praticamente fatta, la Juventus lo vedeva e Ariedo (Braida, ndr) aveva trovato l’accordo con lui in ritiro. Poi anche il Milan fu coinvolto in Calciopoli e saltò tutto”.

Ora proverà a portarlo a Monza?
“Ho provato con Kakà l’anno scorso, ha voluto rimanere a San Paolo per vicende familiari. Con Ibra abbiamo parlato, ma questo affare del Coronavirus lo rende un pensiero lontano”.

Come andò l’addio a Ibrahimovic nel 2012?
“L’ultimo giorno del campionato vennero lui e Raiola a casa mia, gli giurai che sarebbe rimasto. Poi però nell’estate 2012 abbiamo dovuto cederlo, siamo stati costretti per il bilancio a mandare via lui e Thiago Silva”.

Foto: Milan sito ufficiale