Gattuso: “Amrabat mi somiglia, sembra me a 27 anni. Quando ho iniziato a fare l’allenatore ho chiamato Ancelotti e gli ho chiesto consigli”

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Lunga intervista ad AS di Gennaro Gattuso, allenatore del Valencia, che ha parlato di un giocatore che gli assomigliava, come Amrabat e della sua carriera da allenatore. Queste le sue parole: "Era da tanto che non vedevo un giocatore simile a me, ma l'ho visto ai Mondiali: Amrabat. Mi ha commosso molto, sembravo io quando giocavo a 27 anni". Sulla carriera da allenatore: "Devo ringraziare mia moglie, non so come stia ancora con me. Perché io vivo il calcio. Quando ho iniziato ad allenare ho chiamato Ancelotti e gli ho detto: 'Come si fa?'. Per me è difficile. Comincio alle 8.30 e torno a casa alle sette di sera. Poi sono in bagno a far pipì, mi viene in mente qualcosa e lo scrivo su un pezzo di carta igienica. Devo cambiare, perché non puoi passare 18 o 19 ore a pensare al calcio". Gattuso giocatore: "Ho corso tanto e tatticamente ero fortissimo ma sicuramente nel calcio moderno mi mancherebbe qualcosa. Avevo carattere, ma il carattere non basta. Giocare a calcio era il mio sogno. All'età di 12 anni ho lasciato casa per questo, dormivo in un appartamento di 15 metri quadri. Non penso a cosa sarebbe potuto succedere se non fossi stato un calciatore. Ho fatto più di quanto potevo. Per me è stato un privilegio giocare a calcio. E se mi avessero pagato dieci volte meno di quanto mi hanno pagato avrei giocato lo stesso. Quando sono arrivati i Rangers non volevo andarci. Mio padre mi dice: 'Non so nemmeno come scrivere questa cifra. Devo vivere quattro vite per guadagnarla'. Quando ho insistito a dire no mi ha risposto: 'Ti do un sacco di botte se non ne approfitti...' Quando sono andato a Glasgow non sapevo niente, nemmeno una parola in inglese. Dopo due settimane sembravo più scozzese di uno scozzese. Non avevo una grande tecnica... ma mi sono preparato ad uccidere mentalmente il mio avversario". Foto: Instagram Gattuso