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Gattuso: “Mi sono immerso in un mare immenso, mi gioco tanto. Milan? Qui sento più responsabilità”

11.12.2019 | 18:25

Gennaro Gattuso, nuovo allenatore del Napoli, sta parlando in conferenza stampa in sede di presentazione: “Ho detto sì al Napoli perché è protagonista da anni in Europa e in Italia. Praticamente il 99% dei giocatori sono funzionali al mio calcio, poi. La prima volta che ci siamo visti è stata domenica, ho fatto sei ore ad andare e sei a tornare in macchina. Dodici ore in auto col mio secondo, domenica alle 21 alla Filmauro, è stata la prima volta”.

Che giorni sono stati? “Non facili, sapevo di dover affrontare una discussione e chiarirmi con Carlo. Dovevo dirgli perché avevo scelto. Ho lasciato anche due compagni dello staff, sono stati i passaggi che mi hanno messo in difficoltà. Carlo è stato un papà per me, ho fatto centinaia di partite vincendo con lui. Ci siamo sentiti oggi, sei anni fa ho iniziato questo lavoro ma nei momenti di difficoltà l’ho sempre chiamato. Oggi per l’ennesima volta me lo ha confermato anche se non c’era bisogno. Mi ha confermato che uomo è Ancelotti: si è spogliato, mi ha detto pro e contro di questa squadra, si è dimostrato ancora una volta un grande. Però vi prego: non fate paragoni, ha vinto tutto nel mondo da allenatore. Io sono giovane, ho 41 anni, devo ancora dimostrare tanto. Carlo lo ha dimostrato, spero di fare il 10% di quello che ha fatto lui”.

Che obiettivi ci sono? “Non possiamo star fuori dall’Europa, l’obiettivo è quello. Il momento in campionato non è positivo ma dobbiamo recuperare punti, centrando la Champions League”.

Cosa può dare Gattuso al Napoli? “Non si deve dire quel che posso dare, io lo so ma la squadra e la società devono aiutarmi. Io devo aiutare loro ma viaggeremo di pari passo. Vedremo come uscire da questo problema che si è creato da due mesi a questa parte”.

Come ricomporre il rapporto col pubblico? “Coi risultati, con le prestazioni, la strada è questa. Vogliamo anche esprimere un buon gioco: anche a tratti quest’anno ha espresso un buon gioco in stagione”.

Che contratto l’ha legata al Napoli? “Mi fate sorridere quando parlate di contratti… Siamo legati ai risultati. Sei mesi, un anno di opzione… Siamo legati ai risultati. Se domenica mi avesse proposto solo sei mesi, sarei venuto uguale. E’ una grande opportunità, i giocatori sembrano fatti col pennello per il mio gioco. Ho i giocatori giusti per fare la tipologia di calcio col mio sistema di gioco”.

Ci parla del suo staff? “Mancano i preparatori dei portieri, ma ci sono quelli del club. Poi altri due preparatori, il resto ho portato tutti: Riccio, Innocenti, Sangermani, Tenderini. Sei più io, si è anche lamentato il presidente…”.

Ibrahimovic è una suggestione? “Voglio parlare di chi ho. Troppo facile ora parlare di Ibrahimovic, di Ronaldo o di Ronaldinho. Sono giocatori incredibili, ma parlo di chi ho”.

Perché non ha sentito prima Ancelotti? “Non mi sembrava il caso di affrontare simili cose prima del Genk, penso di aver fatto bene così”.

Che Napoli ha visto ultimamente? “Si cercano alibi quando le cose non vanno. E’ un problema di noi esseri umani, quando si è in difficoltà si cercano colpe altrove. So che possiamo migliorare dietro, come stare in campo, come palleggiare, possiamo migliorare qui”.

Parla di Europa, parla di Champions? “Questa squadra, vista ora al settimo posto… Crea imbarazzo. Sappiamo che le prestazioni non sono state delle migliori, quando parlo di Europa parlo di Champions League. E’ il mio obiettivo, l’ho persa per un punto la scorsa stagione, abbiamo tutto per arrivarci”.

Quando parla di Champions le si increspa la voce… “Carlo sa cosa si può dire e non dire. Abbiamo parlato, è giusto che quel che ci siamo detti lo tenga per me. E’ stato importante sentire quel che mi ha detto”.

Che sensazioni le ha dato la squadra? “Buone, ho fatto i complimenti al presidente. Non mi aspettavo un’organizzazione così alta. Tre campi, spogliatoi, non immaginavo di trovarmi tutto questo a livello di strutture, sono rimasto colpito”.

C’è responsabilità maggiore qui che al Milan? “So dove sono venuto, vengo dal mare e ora mi son messo in un mare grande. Devo saperci andare ma rischio di annegare. So che qui c’è più responsabilità. Chi mi conosce sa che non ho paura di niente, io vado. Ho la consapevolezza di aver portato professionalità con chi ho con me a lavorare, lavorerò con gente preparata e penso che adesso si parli la stessa lingua. C’è bisogno di risultati, spero davvero tanto di farli. A 41 anni vengo qui e per me è un motivo d’orgoglio: ho rifiutato tante cose, non mi sentivo pronto per altre cose. Qui c’è tutto per far bene, sarà difficile, so che c’è da lavorare tanto ma non c’è cosa più bella di mettersi a disposizione quando ti piace tutto”.

Le serve un regista? “Parlo dei miei, alleno chi ho a disposizione. Così chiudiamo la parentesi: non vi risponderò sul mercato. Se un tecnico parla di giocatori non suoi, manca di rispetto ai suoi. Dovete chiederlo al Presidente o al nostro grande direttore sportivo Giuntoli”.

Un terrone, orgoglioso, che allena al sud? “Mia moglie pensa in inglese perché è italo-scozzese, io in calabrese. Dopo devo sforzarmi a trasformare in italiano quel che penso in dialetto. Quando porti avanti origini e tradizioni, ti restano sempre dentro”.

Sembrava un Napoli da Scudetto… “Vivete qui, seguite la squadra, ma la percezione che c’è all’estero del Napoli è più importante. C’è un parco giocatori di ragazzi che non sono stati venduti per meriti di presidente e società. Ho una considerazione altissima, certo è che qualcosa non è andato. Sullo spogliatoio… Non c’ero. Io devo essere bravo a sentire meno persone possibile, devo capire cosa non funziona e non sentirmelo dire. Voglio parlare all’anima delle persone. L’obiettivo è riportare il Napoli in alto, i rancori non ti portano da nessuna parte. Pedaliamo, vinciamo queste due gare e poi vedremo su che direzione andare”.

Ha già in mente che Napoli schierare? “Sarei ipocrita a dire di no ma vediamo. Affrontiamo una squadra che sta andando a pallettoni, sarà difficile”.

Il miracolo di San Gennaro? “E’ un’offesa al vostro santo… E’ facile rispondere: l’obiettivo è tornare in Champions League, recuperare punti e centrare l’obiettivo di giocarla di nuovo”.

Fisicamente la squadra ha lasciato però perplessi “Qualche posizione cambierà rispetto ad Ancelotti, il resto no. A me non piace giocare con due linee da quattro, credo di aver già risposto. Test atletici? Meglio preparare le partite e vedere poi. So che lo staff di Carlo ha lavorato con una metodologia non tanto diversa dalla mia, valuteremo settimana prossima”.

Perché De Laurentiis l’ha scelta? “Il fatto di aver scelto il Napoli l’ho già spiegato, sono in una grande società con un grande presidente e grandi persone, grandi giocatori. La scelta mia è stata facile. Discussioni sul denaro ci sono state poche. Perché mi ha scelto lui? Forse perché sono brutto con la barba, mezzo bianco e mezzo nero”.

Cosa ha da dire ai suoi nuovi tifosi? “Dobbiamo essere bravi noi, lo pensavo da calciatore prima e da tecnico ora. Conta la squadra, come scende in campo, come affronta le partite. L’umore dei tifosi dipende dalla squadra, dalle nostre prestazioni. Dobbiamo far tornare entusiasmo in città e riempire lo stadio”.

Foto: Napoli Twitter