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Gattuso: “Obiettivo? Trovare la tranquillità societaria. Bacca? Spero abbia voglia di sudare, su Zaza e Kalinic…”

09.07.2018 | 16:41

Gennaro Gattuso, tecnico del Milan, ha parlato in conferenza stampa toccando vari argomenti legati alla prossima stagione dei rossoneri: “Obiettivi? Bisogna trovare la tranquillità societaria, vivere la quotidianità con tranquillità. Per me è facile dire che arriveremo in Champions, ma è molto difficile. Pensiamo a incominciare. Bacca? Spero che venga con la voglia di sudare e non con quella di dovere andare via per forza. Se deve rimanere qui deve farlo come dico io, non come dice lui. Tutti si allenano e poi vediamo. Andre Silva lo voglio molto più sveglio, è un buon giocatore ma non basta quello che ha fatto l’anno scorso, Cutrone so che cosa può dare. Il club gli ha dato un prezzo, se non hanno l’accordo fa parte della rosa. Spero che arrivi con voglia e lo si prende in considerazione. Viene qui, rappresenta il Milan, viene qui e si allena, uno da 18 gol con la maglia del Villarreal può restare qui. Se vuole gli faccio le coccole. Mirabelli? Lavoriamo da mattina alla sera, guardandoci in faccia e parlando come dev’essere. Si fanno le cose per il bene del Milan, per migliorare le cose che facciamo. Poi si può sbagliare. Zaza? Ha le caratteristiche di Cutrone, con più esperienza, ma è simile. A oggi, con gli attaccanti, siamo a posto. Se qualcuno dovesse uscire, allora… Kalinic? Quando è andato via di qui, ha sempre sofferto, a livello pubalgico, di un’infiammazione. Saltava qualche allenamento perché gli dava fastidio. Lui aveva il problema, ma non è stato onesto con il suo allenatore. Ho parlato con lui, non è facile da allenare, ma è molto sensibile e non porta rancore. L’errore è non essere stato onesto con l’allenatore. Modulo? Partiamo da dove abbiamo finito, ma anche cominciare a qualche concetto nuovo, magari passando alla difesa a tre a partita in corso… il centrocampo sarà a tre, sul resto qualche modifica. Problemi societari? Grazie a Dio, da quando sono qui, ho solo fatto l’allenatore. Nelle altre esperienze ho fatto di più. Da due giorni a questa parte mi sento molto meglio, si parla di calcio e si preparano gli allenamenti. Nervosismo e ansie passano. Il momento più brutto, e lì il direttore mi ha odiato, è stato quando rompevo le scatole a Mirabelli, scaricandogli la batteria. I Mondiali? Non c’era bisogno di andare lì per vedere i giocatori. Devono essere funzionali, non dobbiamo prendere tanto per, come ha spiegato Mirabelli. Chi arriva deve avere caratteristiche ben precise, non solo tecniche o tattiche, ma anche umane. Quando spendi 50-60 milioni in tanti trascurano il livello caratteriale. Halilovic? Quante mezzepunte state vedendo che giocano mezz’ali in questo Mondiale. Io lo vedo lì, come mezz’ala. Kessie? Che c’entra, ha caratteristiche diverse. Buffon? Non pensavo che a 40 anni potesse giocare ancora da protagonista, in una squadra gloriosa come il Paris Saint Germain. È una delle più grandi società d’Europa. Nel 2010, e mi ricordo bene, aveva la schiena a pezzi, non si reggeva in piedi, tutti dicevano che era finito. Invece parliamo di un portiere che gioca ancora. Concorrenza in rosa? Chi sta meglio gioca, meglio avere due grandi portieri che non averne. Poi sarà difficile per me scegliere, ma va bene così. Con tutte le problematiche… dopo il 20 maggio sono stato ogni giorno a Casa Milan per parlare con il club, con Fassone e pure con David Li, abbiamo parlato di quello che dovevamo fare. Ora di obiettivi non abbiamo discusso, ci sono altri problemi. Io penso di essere credibile negli occhi delle persone con cui sto a contatto, ma la paura più grande di questi 50 giorni, non vedendo i miei giocatori, di non riuscire al pizzicarli nell’orgoglio, entrargli dentro… il 19 luglio uscirà la sentenza del tas: testa all’Europa, se non si giocherà valuteremo altri stimoli. Mercato? Ci vuole un’alternativa come esterno d’attacco, una mezz’ala con le caratteristiche di Kessie, poi abbiamo Bacca, Kalinic, Andre Silva, Cutrone, vediamo il mercato cosa farà. Se non si muove nessuno non facciamo il centravanti. Sento pressione, ma non mi fa paura. Da solo posso far ben poco, questa è una società storica. La società che ci rappresenta oggi ha avuto difficoltà ma non ci ha mai fatto mancare nulla a livello economico. La squadra e le persone sono sempre state bene. Il presidente non sta tutti i giorni a stretto contatto e diventa tutto più difficile. Dobbiamo onorare questa società e fare di tutto per farla funzionare al meglio. La pressione la sento ma mi piace, mi sento il primo tifoso, l’allenatore, mi sento tutto. E’ un onore per me allenare una società così. Non mi fa paura, ce la metterò tutta per fare del mio meglio. Dico sempre la verità, sono stati 50 giorni non facili per me, per come vivo tutte le situazioni. Posso garantire che ho passato di peggio in società diverse, sono abituato. Sono convinto che si può solo migliorare, ho sentito tante voci in questi 50 giorni, che i giocatori vogliono andare via. Ad oggi nessun giocatore è venuto da me. Forse qualche procuratore ma io non parlo coi procuratori. Ripartiamo da una base importante, vedremo se questa squadra verrà rafforzata o no. Ma con i giocatori che rimangono partiamo da una buona base. Sono così, è una caratteristica che non posso cambiare, mi piace spronare i ragazzi. Fa parte di me. Bisogna guardare al futuro, abbiamo cambiato poco, sono sicuro che qualcuno arriverà. Dobbiamo ripartire con entusiasmo, gli alibi si mettono da parte. Siamo qui per sudare e lavorare. Le problematiche ci sono e ci sono state, abbiamo il dovere di preparare la stagione al meglio”.

Foto: Milan Twitter