Genoa: il piatto che piange, troppi stranieri e omissioni italiane

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Il Genoa non riesce a tirarsi fuori da una situazione difficile, un’altra sconfitta in casa del Milan. E il solito cliché: prestazione ordinata, pochi tiri in porta, siamo sotto il minimo sindacale. È giusto che il popolo rossoblù sia dalla parte di Alexander Blessin, ma purtroppo il bilancio è negativo. E c’erano grossi sospetti sul fatto che il mercato di gennaio potesse aiutare: la collezione di stranieri in una sessione di riparazione non è sempre la strada giusta. Anzi, molto spesso non lo è. Noi siamo per gli italiani, quelli giovani e bravi, che in condizione di normalità devono giocare. Lasciamo perdere Rovella, attualmente alle prese con in infortunio e di proprietà della Juve, ma una domanda è d’obbligo: siamo sicuri che avrebbe avuto visibilità? Andiamo oltre: che senso ha prendere Calafiori in prestito dalla Roma e neanche convocarlo? Non escluderlo dagli undici ma non convocarlo, una roba senza senso. La collezione di stranieri non è l’anticamera della salvezza, a maggior ragione se organizzata da gennaio in poi senza un perché. Auguriamo al Genoa di salvarsi, il popolo ha una passione enorme e non meriterebbe l’onta della retrocessione. Ma ci si può salvare tirando in porta e facendo scelte diverse: il Genoa oggi è su un’altra tangenziale. Foto: Twitter Genoa