Ghirelli, il presidente peggiore degli ultimi 20 anni. Ora aria nuova in Lega Pro
Quando Francesco
Ghirelli fu nominato presidente della
Lega Pro, al posto del dimissionario Gabriele
Gravina, era il 6 novembre 2018. E sinceramente ci saremmo aspettati un programma logico, chiaro, coerente, incisivo. Più semplicemente ci saremmo aspettati un programma, le riforme, mezza idea o qualcosa. In cambio, nulla. Abbiamo memorizzato, a un certo punto della sua gestione senza un perché, che giocare a mezzogiorno sarebbe stato un grande vantaggio oppure un risparmio. Non abbiamo abbiamo mai capito il perché, né lui ha fatto qualcosa per farcelo capire. Le sue dimissioni, in assenza di un minimo alleato o di una mezza idea, sono state una liberazione: non per noi, sappiamo come va la politica del calcio oggi, ma per chi non vedeva l’ora che arrivassero. Questo ben oltre i commenti, senza un minimo di critica e nel rispetto di una tendenza che porta spesso - chissà perché - a omettere qualsiasi tipo di obiezione su un programma che perde acqua da tutte le parti. In bocca al lupo a Matteo
Marani, che conosciamo da sempre, nella speranza che ci sia un’aria nuova in Lega Pro. Ci riferiamo anche agli aspetti mediatici in modo che contengano messaggi di effettiva crescita e non a senso unico, omettendo e saltando qualsiasi tipo di appunto. Il confronto sempre, la polvere sotto il tappeto mai. Partiamo da un presupposto: la Serie C è un mondo da ribaltare, da tutelare, da coccolare, da non lasciar morire (ammesso che non sia già questa la strada) con idee vere. Non importa quali, ma IDEE. Ci lasciamo alle spalle l’era Ghirelli, impalpabile come non mai, dal nostro punto di vista forse (e senza forse) il
peggior presidente della storia negli ultimi 20 anni. Un titolo a carattere cubitali resterà indelebile: il nulla del nulla, ben sotto il vuoto pneumatico. Foto: sito Lega Pro