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Giappone, un bel tramonto mondiale. Ma la tattica…

03.07.2018 | 17:45

Ormai al Mondiale ne abbiamo viste di tutti i colori, ma il pallino rosso su sfondo bianco ci mancava. Pallino che a Russia 2018 è diventato un pallone, che ha unito milioni di giapponesi sorprendendo miliardi di persone. Il Giappone non è riuscito a conservare il risultato, 2-0 in attivo, i due gol di Inui e Haraguchi avevano illuso un popolo che si stava preparando alla sfida con il Brasile. Sotto di due gol, i belgi hanno continuato ad attaccare, digerito il palo di Hazard in mezzo ai due gol giapponesi, hanno ottenuto la rimonta sperata. Un grandissimo gol di Vertonghen, pallonetto di testa, ha riaperto la partita. Dopo numerosi assalti, i giocatori di Roberto Martinez hanno trovato il pareggio, cross di Hazard e incornata di Fellaini. Nel recupero è successo l’impossibile, i giapponesi tutti in attacco per un angolo a favore, battuto troppo su Courtois, il portiere ha lanciato un contropiede che ha trovato una difesa quasi inesistente. Meunier confeziona un cross rasoterra che arriva dalle parti di Lukaku che fa il velo per Chadli, l’ala del West Bromwich a porta vuota imbuca Kawashima, rimasto spiazzato per la velocità dell’azione belga. Cambi perfetti per Martinez, Nishino invece dovrà rivedere qualcosa. L’allenatore giapponese non immaginava azioni così veloci, questo ha portato al fallimento del suo schema. Al 93′ minuto Honda è pronto a calciare la punizione quando, dietro alla barriera belga, i giapponesi ne formano un’altra per ostacolare la visuale a Courtois, ma sprecano uomini che si troveranno in attacco quando verrà battuto il calcio d’angolo. Da rivedere schemi e cambi, ma il Giappone è arrivato in fondo, vicino ai quarti, e ci ha mostrato il calcio orientale, rimanendo stupito dalla velocità di quello occidentale. Complimenti agli amici del Sol Levante che ci hanno sorpreso, tramontando, sì, ma agli ottavi. L’unica pecca, scelte tattiche alla fine quasi da suicidio…