Giulini: “Vorrei che tutti amassero un po’ di più la Serie A. Il momento più doloroso? La retrocessione del 2022”

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Il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, è stato ospite del programma Goal Economy, in onda sulla radio ufficiale della Serie A. Il numero uno del club sardo ha parlato della squadra, del passato, del campionato italiano, e del ricordo di Gigi Riva. L'inizio: “La scelta di acquistare il Cagliari arrivò in modo un po’ improvviso. Mi ha sempre animato una grande passione per il calcio, prima da giovane calciatore nell’Orione e poi nel Settore Giovanile del Milan che ha fatto la storia con Berlusconi presidente. Ho avuto la fortuna di vivere esperienze incredibili, penso a una rieducazione post-infortunio accanto a Ruud Gullit o ancor di più al vedere da vicino l’attenzione di un dirigente come Adriano Galliani per il vivaio e la struttura del Club a tutto tondo. Sono stato un modesto portiere fino ai 35 anni, mio padre Carlo Enrico è stato un pioniere nell’industria, iniziando come dipendente metalmeccanico e poi avviando l’estrazione di fluorite in Sardegna, a Silius: la fluorite è una delle materie prime per l’industria del freddo e dell’alluminio. Fluorsid è diventata così leader di un mercato di nicchia, come l’industria dell’alluminio, in particolare dopo la cessazione dell’attività mineraria”. Su Riva: “Ebbi il privilegio di fare una lunghissima chiacchierata con Gigi Riva, un onore per pochi. Dalle parole e dagli sguardi di Gigi percepii realmente quello che avevo letto e ascoltato dai racconti degli altri, avevo appreso da lui cosa rappresenta il Cagliari per i cagliaritani e i sardi. Inizialmente mi mise in guardia dalla forte responsabilità che avrei dovuto assumermi, ma poi è iniziata questa lunga avventura”. Il momento più difficile e quello più emozionante: “I miei anni e quelli di Cellino, sommati, mettono insieme buona parte degli anni di Serie A che il Cagliari annovera nella sua storia. Il momento più doloroso di questo decennio è sicuramente la retrocessione di Venezia nel 2022, al termine di una stagione dove ci portavamo dietro parecchi errori: non riuscimmo a vincere quella partita, sulla carta scontata, cosa che probabilmente con uno spogliatoio sano e una preparazione adeguata avremmo fatto. Scoppiò la contestazione, fu una retrocessione sanguinosa. Di momenti indimenticabili ce ne sono tanti, direi sicuramente la prima promozione dalla Serie B, perché a tutti coloro che fanno calcio e lo seguono piace vincere al di là della categoria: ricordo il gol di Sau in rovesciata a Vercelli per farci vincere il campionato davanti al Crotone di Juric. E poi altri due capitoli recenti: l’altra promozione a Bari nel 2023 in uno stadio già festante, all’ultimo secondo con il gol di Pavoletti, la nostra resurrezione completata, poi la salvezza della scorsa stagione a Reggio Emilia. Qualche giorno prima della partita decisiva per la salvezza, mister Ranieri – che è stato fondamentale per quella resurrezione – mi disse che ormai gli pesava tanto fare avanti e indietro da Roma e che sperava di chiudere la sua carriera nei club con una salvezza. Furono giorni difficili da gestire perché solo io e lui sapevamo che ci saremmo salutati, c’era molta ansia e per fortuna tutto andò bene. Il suo ritorno in panchina nella sua Roma è assolutamente comprensibile”. Sulla Serie A: "Giochiamo in un bellissimo campionato, competitivo e avvincente, che mette in vetrina città e territori meravigliosi come la Sardegna, Parma, Venezia, Milano, Firenze, Roma, Napoli, il Salento e tante altre realtà stupende che altri paesi si sognano. Mi piacerebbe che tutti amassimo la Serie A un po’ di più e lavorassimo insieme per valorizzarla, affinché non venga del tutto erosa da altre competizioni internazionali e da differenti scelte sulla gestione dei ricavi”. Foto: Twitter Giulini