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GOL E FANTASIA: SHINJI KAGAWA, IL BORUSSIA DORTMUND COME SECONDA PELLE

23.11.2016 | 09:25

Borussia Dortmund-Legia Varsavia: una partita che resterà negli annali. Si trattava di un match che nulla valeva in ottica qualificazione, dal momento che i tedeschi avevano già staccato il pass qualificazione, mentre i polacchi erano già fuori dalla corsa ai primi due posti, potendo però ancora agganciare il terzo posto nel girone che vale la prosecuzione dell’avventura continentale in Europa League: per farlo dovranno battere lo Sporting Lisbona all’ultima giornata. E invece al Singal Iduna Park, o Westfalenstadion che dir si voglia, è stata riscritta la storia della Champions League: mai erano stati segnati 12 gol in una sola partita, da quando la massima competizione per club ha cambiato format (nel 1992). Borussia e Legia hanno battuto un record che resisteva dal novembre 2003, segnatamente da quando il Monaco di Deschamps (che in quella edizione si sarebbe spinto fino alla finale, sconfitto dal Porto di Mourinho all’ultimo atto) regolò nel girone il Deportivo La Coruna con un sonoro 8-3. La compagine dell’est ha realizzato un gol in più e, nell’ambito dell’8-4 finale, la voce grossa l’hanno fatta Kagawa e Reus, autori di una doppietta a testa, con Sahin, Dembele, Passlack, e un’autorete di Rzezniczak a completare il quadro per i padroni di casa, un doppio Prijovic, Kucharczyk e Nikolics a segno per gli ospiti. Prima di accendere i fari sul nostro personaggio del giorno, è bene precisare che quando la kermesse era denominata Coppa dei Campioni, il match Reykjavik-Feyenoord dell’edizione 1969-70 terminò addirittura con il risultato di 2-12, score più alto mai registrato in assoluto.
Shinji Kagawa ha dato il là alla goleada giallonera, ribaltando in due soli minuti l’iniziale svantaggio griffato Prijovic. Prima un colpo di testa sotto misura, poi un bel sinistro dopo aver eluso – con finta di corpo e dribbling – un paio di avversari. In entrambi i casi a fungere da uomo assist Ousmane Dembelé, uno dei tanti golden boy acquisiti in estate da Watzke e Zorc. Due gol importanti (che fanno il paio con quelli realizzati ad agosto in Dfb Pokal contro il Trier) per il morale del fantasioso 27enne giapponese, che sta cercando di conquistarsi in pianta stabile un posto nella trequarti di Thomas Tuchel. Sì, perché la maglia da titolare bisogna sempre sudarsela e nemmeno l’ottimo ruolino della scorsa stagione (13 gol e 13 assist in 46 presenze) è valsa come un’ipoteca al figliol prodigo. Già, perché Shinji Dortmund l’aveva lasciata nel 2012, per provare a misurarsi in Premier League, ma la sua esperienza al Manchester United si è rivelata decisamente poco proficua (6 reti e 10 assist in 57 partite), al punto da spingere i Red Devils a sobbarcarsi senza grandi patemi una minusvalenza di circa 9 milioni (acquistato per 16 milioni, restituito a 7). Il Borussia come seconda pelle.

Nato a Kobe il 17 marzo del 1989, Kagawa cresce calcisticamente nella sua città. Già all’età di cinque anni milita nel Marino FC dove rimane fino 1999, quando approda nel vivaio del Kobe NK FC. Qui viene notato da una delle principali accademie del suo Paese, il Miyagi Barcellona, ideale trampolino per il salto nel Cerezo Osaka: a 17 anni il ragazzo batte qualsiasi record in patria, divenendo il primo calciatore nipponico a firmare un contratto da professionista prima della fine del liceo. In tre annate Kagawa contribuisce alla promozione della sua squadra, dalla J. League 2 alla J. League, , laureandosi capocannoniere nel 2009 con ben 27 segnature. Il Borussia Dortmund lo acquista per soli 350.000 euro nel 2010 e, finora, il talento del Sol Levante è sceso in campo complessivamente 165 volte con il club tedesco nei suoi due atti all’ombra del Westfalenstadion, con 52 gol e 40 assist all’attivo. Nella sua bacheca si contano 2 Meisterschale, 1 Coppa di Germania, 1 Premier League e 1 Community Shield. Titoli ai quali va aggiunta la Coppa d’Asia vinta nel 2011 con il Giappone, indossando la cui maglia è sceso in campo in 84 occasioni, 27 i gol realizzati. Nel futuro immediato di Shinji Kagawa c’è una rimonta da completare ai danni del Bayern Monaco, battuto qualche giorno nel Klassiker e distante appena tre lunghezze in Bundesliga. Alla Champions tornerà a pensare concretamente alla fine dell’inverno, quando scatterà l’ora di fare sul serio con gli ottavi di finale.

Foto: BBC Sport